Regia di David Lean vedi scheda film
Un ritratto d'epoca curatissimo, uno dei migliori che abbia mai visto, non solo scenograficamente ma anche dal punto di vista dei caratteri. Inquadrature, luci, montaggio da studiare. L'umanità com'è senza concessioni al perbenismo, senza sentimentalismi eccessivamente melodrammatici. Si vede che dietro c'è una direzione colta e contraria a trattare il pubblico come un insieme di individui infantili e scarsamente dotati. Ricorda 'Il caso Paradine' di Hitchcock o 'Ombre malesi' ma la parte processuale e il giallo sono più ridotti in quanto l'intento è di mettere in luce le reali dinamiche umane scoperchiando tutti i tipi di cliché: per esempio, l'idea che a quei tempi avessero meno occasioni di libertà; che l'energumeno di turno sia il cattivo della storia; che le donne fossero succubi dell'etichetta; che le eroine sognassero il romanzo mentre lo gestivano come un gioco con una lucidità affilata. L'immagine non è rivelatrice - l'ultima inquadratura della protagonista con atteggiamento di sfida - e questo rovina la fiducia che si ripone nel senso della vista, ponendosi in opposizione con la dominante cultura pubblicitaria o propagandistica. Vale come stimolo a sviluppare il senso critico. Grandissima prova di Ann Todd all'altezza della Vivien Leigh di 'Via col vento' ma con più misura. Gli attori inglesi dell'epoca si confermano straordinari.
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