Regia di David Lean vedi scheda film
"Nella grande città di Glasgow c'è una piazza,Marble Square.Essa non ha niente di notevole nel suo aspetto e soltanto la solida costruzione vittoriana dei suoi palazzi è oggi indice della prosperità che conobbe.
Ma in questa piazza c'è una casa il cui interesse non può essere offuscato dal tempo.Essa è segnata,come allora,con il numero sette e fu la dimora di Madeleine Smith.
La romanzesca vicenda vissuta da questa giovane donna è sopravvissuta all'eleganza della sua casa.
Forse il suo spirito non ha ancora cessato di ascoltare i passi spettrali di Emile L'Angelier sul selciato o i colpi del suo bastone contro l'inferriata davanti alla finestra della sua camera da letto.
La storia di questa casa è la storia di due creature tormentate e di ciò che è loro accaduto."
Glasgow 1857.Figlia di un ricco commerciante,Madeleine Smith (Anne Todd) sopporta con paziente sottomissione l'autoritaria e bigotta severità paterna,ma,durante la notte,s'incontra di nascosto con Emile L'Angelier (Ivan Desny),un commesso povero e ambizioso che nutre per lei un'ambigua passione,fatta di opportunismo e desiderio,e mira a crearsi una brillante posizione in società.
Ma Madeleine è corteggiata assiduamente anche da William Minnoch (Norman Wooland),che la ama e e le può offrire un futuro senza ombre.
Divisa tra l'incalzante pressione paterna a fidanzarsi ufficialmente con Minnoch e l'assillante richiesta di L'Angelier di essere presentato in famiglia,Madeleine propone all'amante una fuga e un matrimonio senza il consenso dei suoi genitori.
Rivelando apertamente le sue mire,Emile respinge la proposta della ragazza,che decide di rompere bruscamente la relazione e chiede che le vengano restituite le sue lettere d'amore.
Ma L'Angelier non intende ridargliele,minaccia uno scandalo che comprometterebbe il suo matrimonio con Minnoch e le concede solo una settimana per essere presentato a suo padre.
Dopo un paio d'incontri segreti in casa della sua amante,dove,come sempre,hanno bevuto insieme una tazza di cioccolata,L'Angelier muore per avvelenamento da arsenico,inutilmente assisitito dal suo migliore amico e da un dottore.
Madeleine Smith,ormai in procinto di sposarsi,viene arrestata con l'accusa di omicidio.
Segue un clamoroso processo,dove vengono esibite tutte le prove a carico dell'imputata,le dichiarazioni dei testimoni e le sue lettere compromettenti.
Nonostante l'atteggiamento ostile del pubblico e dei giudici,Madeleine mantiene un'ammirevole freddezza durante tutto il processo e continua ostinatamente a dichiararsi innocente.
Tratto da un caso giudiziario che all'epoca fece molto scalpore, "Madeleine" è un avvincente melò che vira al thriller,percorso da cupe atmosfere,dove la verità è un abisso insondabile e l'ambiguità segna la figura della protagonista e la sua oscura passione.
Divisa tra il giogo dell'autoritarismo paterno e l'incalzante pressione di un'amante che l'ha delusa,Madeleine ridiventa protagonista della sua vita,acquistando una determinazione che la conduce alla vertigine di una libertà finalmente conquistata.
David Lean guida con mano abile e sicura la progressiva suspense della narrazione,affidandosi alla sapiente sceneggiatura di Stanley Haynes e Nicolas Phipps,allo splendido e incisivo bianco e nero di Guy Green,al suggestivo commento musicale di William Alwin e,soprattutto,all'impeccabile prestazione attoriale di tutto il cast,mentre Anne Todd (all'epoca sua moglie) disegna, con la sua bellezza algida e inquietante,un misterioso e turbante ritratto femminile,fatto di passione,calcolo e sottile ambiguità.
Di chiara influenza hitchcockiana la bella sequenza dell'ingresso di Madeleine nell'aula del tribunale,salendo a fatica una buia e lunghissima scalinata,mentre in alto si scorgono i volti arcigni dei giudici,gli sguardi scrutatori della giuria e quelli malevoli di un pubblico ostile e silenzioso.
Abile escamotage che traduce lo smarrimento della protagonista - colpevole o innocente? - davanti all'incerto destino che l'attende.
Lean non prende posizione,non giudica,lascia scorrere fluidamente le immagini e il dubbio accompagna lo spettatore,come un interrogativo senza risposta,fino all'incerto,bellissimo epilogo.
L'accurata scenografia di John Bryan restituisce gli interni eleganti della casa di Madeleine,palcoscenico di un thriller psicologico dalle ambigue e torbide atmosfere,mentre gli esterni,cupi e notturni,fanno da sfondo alla sua passione segreta e delusa e i passi spettrali di Emile L'Angelier risuonano minacciosi nel buio della notte e della sua anima.
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