Regia di Vera Chytilova vedi scheda film
La decana della nova vlna cecoslovacca dette con questo film la rappresentazione cinematografica di quanto le avanguardie andavano facendo da tempo nel campo della poesia e delle arti visive. Il risultato è dirompente, in quanto il film rifiuta ogni parvenza di trama (l’unico filo conduttore consiste nella seduzione, da parte di due giovani sorelle, di anziani signori, poi accompagnati al treno e rimandati a casa) e le due protagoniste si muovono come automi o come nelle vecchie comiche e nei cartoni animati: cadono, si tirano le torte in faccia, cambiano spessissimo d’abito, perdono la testa come in un collage surrealista. Lungi da me spiegare un film volutamente illogico, quanto meno secondo i canoni che ci sono consueti: mi limito a dire che ho visto Le margheritine con lo stesso spirito con il quale ho letto Pinocchio. La grande fame delle due ragazze e le loro movenze mi hanno rimandato l’immagine del burattino di legno collodiano. Ma forse, fame a parte, “le due Marie” sono anche più eteree, tanto è vero che il giardiniere con il cane non le vede né le sente. E forse allora è tutto qui, nella coesistenza tra gli impulsi carnali e l’anima invisibile. Come ogni singola vita. Un concetto rivoluzionario per una società la cui verità ufficiale basava tutto sul collettivo, e forse non solo in quella società.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta