Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
è vero che si tratta di un film facile. come è vero che una persona che ami gli animali farebbe bene ad astenersi dal dare un parere su questa pellicola. così, oggettivamente, mi rendo conto che è il film è un po' noioso, tende a commuovere i predisposti (e sì personalmente ho pianto), è offensivo l'utilizzo all'inizio di due soggetti diversi e notevolmente di età differenti per l'interpretazione del cane, se ne accorge anche un bambino, è quantomeno sospetto che - anche chi si emoziona con poco - riesca a piangere vergognosamente per l'attesa protratta e a posteriori del cane ma, arg, non per la morte del padrone. infine, non so se sia parte della storia vera, come non provare un minimo di incredulità per la donna che abbandona a se stesso il cane che il compagno aveva tanto amato per poi ritornare affettuosamente a trovarlo dieci anni dopo? se è realistico mi astengo dai commenti.
ciò nonostante, e prendendo nota dell'orientamento della pellicola verso un pubblico di cinofili e magari non particolarmente adulto, non riesco a negare al film la sufficienza, almeno perchè fa il suo mestiere, racconta una storia che inserisce un punto di vista canino non banalissimo che forse avrebbe potuto essere maggiormente sfruttato, e perchè no, fa piangere e ci riesce bene, e per la bella faccia con la solita unica espressione di Gere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Be', sì, DiPietra Gere - che una volta ancora presenta il conto della sua monoespressione, e però simpatica - ha il merito di svanire presto e di esserci fino a quel momento nella forma lieve di una assenza, come traguardabile.
Commenta