Regia di Nick Stringer vedi scheda film
È sulla scia di fenomeni come La marcia dei pinguini e Il popolo migratore che si colloca il lavoro del regista e biologo Nick Stringer. Un’altra migrazione dalla profonda risonanza spirituale (ed ecologista) che sceglie, in qualità di antico nomade e viaggiatore, la tartaruga. Una per tutte, seguita con telecamere in miniatura Hi-Definition, dalle spiagge della Florida al Nord dell’Atlantico e ritorno. Un’esperienza eccezionalmente intima, che ci permette di rimanerle accanto attraverso una prospettiva insolita e coinvolgente. Merito, certo, del lavoro di Rory McGuinnes e Rick Rosenthal, operatori subacquei tra i migliori al mondo. In forza, soprattutto, di una storia millenaria che nasconde tra le sue pieghe il senso della vita. Basta fermarsi e osservare. Il silenzio sarebbe stato più efficace delle parole (doppiate per noi da Paola Cortellesi, nella versione originale da Miranda Richardson), pregevole invece lo sguardo che affida alle lenti di piccolissime telecamere il compito di alimentare la tensione. Di scioglierla, altrove. Entusiasmante e necessaria nuova era. Non c’è posto migliore del cinema per guardare film sul mondo della natura. Storie di rara epicità e grandezza, ampie panoramiche sulla bellezza del nostro pianeta.
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