Regia di Alessandro Di Robilant vedi scheda film
Marpiccolo è un film che profuma di vero, ben tratteggiato da un regista preparato come Alessandro Di Robilant e questo già basterebbe per poterne parlare bene. Ma è anche un film costruito con sapienza e recitato da qualche indovinata recluta, come il protagonista Giulio Beranek e da altri professionisti già sufficientemente affermati, come Michele Riondino - al quale non possiamo che augurare di non inflazionarsi nelle fiction televisive -, Giorgio Colangeli, Nicola Rignanese, già collaboratore di Antonio Albanese, molto bravo nel ruolo del padre, vittima della patologia per i videopoker.
Nel film si sente vera passione per la materia narrata ed un certo buonismo di fondo - incarnato per esempio dalla professoressa di lettere (Valentina Carnelutti) - è dovuto al senso di colpa per una città davvero maltrattata nel corso degli anni da politici di ogni risma (anche se va detto che un sindaco come Cito se lo erano scelto proprio i tarantini). C'è forse qualche incongruenza nella trama: non sembra che Tiziano se la cavi fin troppo a buon mercato per il delitto commesso? Anche notando questo, comunque, si può riconoscere al lavoro di Di Robilant una sua dignità di piccolo film impegnato nei temi all'ordine del giorno e con qualche idea, seppure discutibile (l'unica via d'uscita è la fuga da Taranto?) da esprimere.
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