Regia di Alessandro Di Robilant vedi scheda film
Storia di Tiziano, cresciuto in una Taranto violenta e avvelenata, non solo moralmente, ma anche dalle tossine dell'Ilva. Tiziano finisce inevitabilmente in pessime frequentazioni, si macchia di omicidio preterintenzionale, assaggia il carcere e infine decide di cambiare completamente vita. Cambiando città.
Non è esattamente uno spot a Taranto, Marpiccolo, non è una cartolina turistica o alcunchè di simile; Alessandro Di Robilant, regista di modesto spessore, ma da sempre attento al sociale, dirige questo film con intenti sostanzialmente pasoliniani, di denuncia cioè del degrado urbano nel proletariato o in ciò che nel 2009 dovrebbe rappresentarlo, affondando le mani in quelle stesse torbide acque per indagare meglio. La riuscita del lavoro in tal senso è positiva: la sceneggiatura firmata da Leonardo Fasoli (anche unico autore del soggetto), Maddalena Ravagli e Andrea Cotti gode di una buona tenuta narrativa, tratteggia personaggi sufficientemente verosimili e non esita a descrivere le situazioni nella doverosa crudezza che spetta loro; in tutto ciò il copione è ben sfruttato da un cast di interpreti non di richiamo, ma all'altezza della situazione. Fra i nomi in scena: l'esordiente Giulio Beranek, Anna Ferruzzo, Selenia Orzella (anch'essa al debutto sul grande schermo) e in parti laterali anche Giorgio Colangeli, Michele Riondino e Valentina Carnelutti. Per Di Robilant, che non lavorava per il cinema dal 2003 (Per sempre), un piacevole passo avanti. 5/10.
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