Regia di Alessandro Di Robilant vedi scheda film
Storia di un piccolo gangster che vuole fare carriera nel quartiere sbagliato di Taranto.O forse nella città sbagliata.A Taranto non si respira(come dice alla sua ragazza),si muore di tumore con un tasso di 6 volte maggiore rispetto a quello del resto d'Italia.Taranto non è un bel posto per vivere,avvelenato da quel gigante di fumo e di metallo che ruba l'aria e la sostituisce con vapori tossici in una sorta di fotosintesi clorofilliana al contrario.Tiziano,il protagonista ha un padre che brilla per assenza(quando è presente,per poco,va a farsi spezzare le reni al videopoker accumulando debiti su debiti che il figli cerca di pagare),una madre pasionaria che lotta per tenere i propri figli lontani dalla malavita(in realtà non riuscendovi),una moto che fa tanto Tom Cruise in Top Gun con cui sfreccia da una parte all'altra per stare dietro ai suoi piccoli traffici.E cerca di fregare il boss del quartiere(caratterizzato un po'forzamente) che gli chiederà di sdebitarsi:avrà salva la vita uccidendo.Viene arrestato e portato al riformatorio(ma quanto si prende di pena pe avere ucciso un uomo?) dove finalmente capisce che deve cercare di fuggire da Taranto per ottenere qualcosa dalla propria vita.Curioso finale on demand :a scelta.Il copione ha diverse incongruenze ma De Robilant riesce a ricostruire una Gomorra a Taranto senza troppi eufemismi,aggiungendoci solo quel pizzico di speranza in più.Ma è una speranza che è legata solo alla possibilità di fuga da un ambiente così mefitico,inospitale.Il polo siderurgico compare più volte nel film proprio perchè è un tuttuno con la città,è una sua propaggine mostruosa che si estende fino al mare.E che non può essere nascosto neanche dalla bellezza di un tramonto.Marpiccolo è un film a suo modo inquietante perchè si percepisce la disperazione,quella sorta di rassegnazione rancorosa così ben esemplificata dal gruppo di attivisti che vogliono impedire di mettere una nuova antenna per telefonini.Già ne hanno troppe di fonti di cancro.Si comincia col raccontare la storia di Tiziano e la sua voglia di fuga e si finisce per essere invischiati a parlare(vedere) qualcosa d'altro.Un sole rosso invade il cielo e a fianco una ciminiera sbuffa indifferente il suo fumo.Il sole che dà la vita e l'inquinamento che la toglie in una città che avrà altre mille contraddizioni.Ma il cinema purtroppo la frequenta poco....
la regia è agile ma il copione presenta alcune incongruenze
esordio positivo
molto carina
poco più di un cameo
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