Regia di Dominique Monféry vedi scheda film
Nat vive un paradosso: ama le storie ma non riesce a leggerle. La nonna Eleonora gli lascia in eredità la chiave di una stanza misteriosa nella sua casa in riva al mare, dove la famiglia di Nat si trasferisce. La stanza si rivela una biblioteca e Nat decide che, per pagare le riparazioni alla magione, la famiglia può vendere i libri. Scoprirà però che i volumi sono gli originali di tutte le fiabe e lui ha ereditato anche il ruolo di guardiano delle storie, così dovrà salvarli dalla vendita – e imparare a leggere una formula magica – per impedire che gli uomini perdano la capacità di sognare. Rivolto al pubblico più giovane, Nat e il segreto di Eleonora sottolinea il valore delle storie e della lettura, inoltre l’ambientazione inizialmente realistica, con tanto di problemi economici, ricorda Miyazaki, da cui è ripreso il tòpos del trasferirsi in una nuova casa. Sia chiaro, Nat e il segreto di Eleonora non è nemmeno lontanamente ai livelli di Il mio vicino Totoro: l’animazione non è fluida, il ritmo stenta e le battute pure, ma è comunque meglio di altra animazione per bambini (per esempio la saga di Trilli), e la particolare grafica dei personaggi, realizzata da Rebecca Dautremer, salva l’operazione.
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