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Nat e il segreto di Eleonora

Regia di Dominique Monféry vedi scheda film

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La recensione su Nat e il segreto di Eleonora

di cantautoredelnulla
8 stelle

Il cinema d'animazione europeo non ha niente a che spartire col cinema americano. A partire da D'Alò per passare poi a Ocelot, il cinema d'animazione europeo ha deciso di affidarsi a disegni per lo più semplici e non pompati dalle incredibili definizioni della grafica 3D. Il risultato è un po' più artigianale, ma godibilissimo e quello che più mi fa piacere è che questo sapore genuino della semplicità piace anche a mio figlio. Forse perché i disegni sono più immediati e i tratti più semplici da distinguere, sta di fatto che anche Nat e il segreto di Eleonora si rivela come una bellissima fiaba. Mi viene da chiedere se si possano ancora inventare fiabe oggi, epoca in cui talvolta sembra difficile persino raccontarle. Quanti raccontano ancora fiabe? Una volta in un libro di pedagogia che esaltava il ruolo della fiaba nella vita di un bambino leggevo questa domanda: se nessuno racconta le fiabe ai propri figli, potranno i nostri figli essere stimolati a raccontarle ai loro? Forse non è solo un vaneggiamento pedagogico temere che le fiabe siano a rischio d'estinzione. Io stesso, talvolta, preso da pigrizia, preferisco fare ascoltare le fiabe a mio figlio raccontate da un attore in un cd piuttosto che raccontargliele io. E poi, se cerchiamo perlomeno di salvare le fiabe vecchie, quelle nuove esistono? Se ne possono ancora inventare? E sono fiabe che imitano quelle senza tempo in cui si parla ancora di principi, re e magie, cose tanto distanti ormai dalla nostra realtà, o possono essere anche fiabe moderne? Ecco, il valore di Nat secondo me è che è una fiaba decisamente contemporanea. In un'epoca in cui guardiamo tutto e la lettura è uno sforzo dell'intelletto confinato sempre più a pochi volenterosi, questo film ha il coraggio di rilanciare il valore della lettura, la capacità importantissima di leggere e con la lettura di sognare. Nel film c'è uno spezzone bellissimo in cui un'acquirente di libri decide di non comprare i libri di fiabe perché mancano le illustrazioni. L'acquirente obietta: "come si possono seguire le storie senza le immagini?". Forse per certi versi è vero che siamo arrivati al corto circuito delle parole, che sempre più ci impoveriscono e che sempre più spesso si confonda la ricerca del vocabolo in un'ostentazione sterile e fine a se stessa. Ma forse le risposte sono solo nel piacere che dovrebbe derivare da un uso coscienzioso della parola per cui ogni sillaba serve a esprimere una sfumatura diversa. Forse è quella formula magica che Nat deve imparare a leggere a insegnarci qualcosa davvero importante: "Non è perchè è una favola che non esiste". Non sono le immagini o le parole a fare esistere le fiabe, ma siamo solo e semplicemente noi, il modo in cui le viviamo e il modo in cui conseguentemente, dopo una loro lettura, cresciamo.
Infine trovo divertente che sia proprio un film a ricordarci il piacere della lettura. E questo film non ci sarebbe mai stato senza quel bellissimo piacere che è strumento di crescita e di conoscenza di noi stessi, delle nostre emozioni, dei nostri sogni immensi e impotenti, ma custoditi segretamente come il più bel miracolo che abbiamo conosciuto. Proprio per questo si chiude sul mondo dei genitori e dei nonni che raccontano, nella magia della notte che arriva, le mille fiabe di Sherazade, Peter Pan, Pollicino e Rosaspina.

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Ultimi commenti

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  2. Dalton
    di Dalton

    Errata corrige: ho fatto casino con L'ILLUSIONISTA. Ciao!!!

  3. amatoredellanimazioneclassica2d
    di amatoredellanimazioneclassica2d

    "Il cinema d'animazione europeo non ha niente a che spartire col cinema americano. A partire da D'Alò per passare poi a Ocelot, il cinema d'animazione europeo ha deciso di affidarsi a disegni per lo più semplici e non pompati dalle incredibili definizioni della grafica 3D. Il risultato è un po' più artigianale, ma godibilissimo e quello che più mi fa piacere è che questo sapore genuino della semplicità piace anche a mio figlio. Forse perché i disegni sono più immediati e i tratti più semplici da distinguere.."

    Ti do assoluta ragione per questa parte del tuo commento ^_^ Sono lieto che la pensi come me riguardo l'angosciante cambio di rotta intrapreso dalla maggior parte degli studi d'animazione del pianeta, ormai completamente devoti alla "finta e plasticosa" grafica digitale (:-( oltre che dalla trama piatta e poco originale delle storie nuove (riferimento ai lungometraggi della Disney* e della Dreamworks degli ultimi 7 anni -_-).

    Però io puntualizzo che finché ci sarà gente come noi che mantiene ancora oggi, nel 2016, il proprio amore per l'animazione ❤ tradizionale e le favole/storie di qualità - che hanno tante cose giuste da insegnare alle future generazioni -, ricche di sentimenti, emozioni, e fino a quando NOI continueremo a sostenere i capolavori classici che quei pochi Studios continuano a proporre, acquistando e votando in positivo le loro produzioni, allora il centenario valore dell'animazione 'vecchia scuola' rimarrà molto lungi dal farsi soppiantare dall'animazione "steroidizzata" di quest'epoca.

    *Loro ultimo classico realizzato con tecniche tradizionali: la Principessa e il ranocchio.

  4. cantautoredelnulla
    di cantautoredelnulla

    Ho scritto questa opinione sul film nel novembre del 2010 quando ancora avevo un solo figlio. Oggi ho tre figli e devo dire che anche i più piccoli (ora di 5 e 3 anni e mezzo) amano molto i film disegnati e realizzati in maniera tradizionale. E' il caso dei film di Miyazaki, dei vecchi film Disney o dell'animazione di Gianini/Luzzati del Flauto Magico che è ancor più semplice nella realizzazione e che è diventato per chissà quale strana ragione il loro cartone animato preferito insieme al Pinocchio di D'Alò. Si tratta sempre di animazioni disegnate e non plasticose (mi piace questo aggettivo associato agli artefatti della computer grafica) e mi trovo anche oggi convinto dell'immediatezza di certi disegni (come quelli della pantera rosa per esempio) contro quelli perfetti e ricercati dei film più recenti. Le trame di oggi sono molto complesse e articolate, mentre per i bambini le trame lineari sono quelle che più conquistano i loro cuori. Per quello secondo me certe storie li conquistano più di altri: semplicità nelle parole, nella storia, nei disegni, questo il segreto dell'accesso immediato alle emozioni, perché nessun filtro può essere posto allo scopo di semplificare ciò che è già chiaro e comprensibile. Mi fa molto piacere leggere questo tuo intervento che riporta uno spunto e uno stimolo di riflessione in più su quello che è il cinema di animazione oggi. Spero di leggere presto anche tue opinioni su qualche film da non perdersi. Ciao,

  5. amatoredellanimazioneclassica2d
    di amatoredellanimazioneclassica2d

    E' stato un piacere intervenire!

    Io fino a quando campo su questa Terra continuerò a venerare - e consiglierò ai miei figli e figlie a farlo con me - e supportare la bellezza e la qualità per i film disegnati a mano.
    Quelli fatti in digitale non hanno nulla di diverso dalle mode di oggi, appunto perché ciascun film nuovo che sfornano i maggiori Studios, dal suo lancio e per i pochi mesi dedicatigli si avvarrà del titolo di «Moda del momento», e caro cantautore, si sa come funziona... tutto quello che è riconosciuto come "il trendy del momento" un giorno o l'altro arriva al suo declino per poi lasciare il posto alla nuova novità prossima a diventare moda.

    Ciò per merito del consumismo e del business poiché, grazie ad essi (alle attuali generazioni scuci-soldi, povere loro!) le Major ne ricavano i fondi per «ricaricare» il motore delle idee frivole.

    Dentro di loro non esiste più da anni il pensiero di ritornare a far lungometraggi e serie tv riprendendo spunto dai primi passi, quei passi che hanno insegnato alle prime generazioni di animatori e animatrici il fascino e la naturalezza dei lavori svolti con lo strumento del cuore: le MANI! Noo macché, oramai tutti loro "drogano e pompano" i loro processori con mezzi artificiali e apparecchiature sempre più super sofisticate per lavorare su film animati sì che si avvicinano sempre più al realismo, ma ai quali molti di noi spettatori amanti dei bei tempi andati difficilmente fanno provare le stesse grandi emozioni che provavamo gustandoci i Classici, quelli realizzati in maniera semplice e fluida, che ci evocano l'Amore per le illustrazioni manuali.

    Guarda cantautore, io vorrei che questo appello lo potessero leggere tutti gli studi d'animazione del mondo:
    L'ANIMAZIONE DIGITALE (finto realismo) lasciamola ai videogiochi e ai film di fantasy e fantascienza, e L'ANIMAZIONE TRADIZIONALE (realismo naturale) lasciamola ai film animati, i cartoni e gli anime.
    Quindi, a ciascun genere la sua tecnica di riferimento dedicata. Anche per evitare che l'uno condizioni l'altro e viceversa.

  6. amatoredellanimazioneclassica2d
    di amatoredellanimazioneclassica2d

    Per quel che io sappia, soltanto TRE studi di animazione di mia conoscenza si salvano dall'influenza dell'onnipresente Computer Grafica, proponendo ancora oggi, e per la gioia del numeroso pubblico di fans dei tempi d'oro dell'animazione tradizionale, lungometraggi realizzati in stile classico e giustamente con l'uso limitato o limitatissimo del Digitale:

    quello SPAGNOLO, quello FRANCESE e quello del GIAPPONESE Studio Ghibli.

    Sì, questi tre studi di animazione li apprezzo moltissimo e guardo sempre con gioia negli occhi i loro continui lavori.

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