Regia di Radu Mihaileanu vedi scheda film
Trent’anni dopo essere stati brutalmente epurati per motivi razziali, gli ex orchestrali del teatro Bolshoi, adattatisi a fare mille altri mestieri, hanno la possibilità di sostituirsi a quelli veri per eseguire il concerto n° 35 per violino e orchestra di Ciaikovski in trasferta parigina: per tutti è una rivalsa, ma alcuni di loro hanno anche motivi molto personali per andare a Parigi... Mihaileanu prova a ripetere la formula di Train de vie: raccontare una tragedia storica buttandola sul ridere. Il mio giudizio è lo stesso di allora: buone intenzioni, risultato così così. A prescindere dal fatto che nell’epoca di internet un simile bluff verrebbe smascherato in meno di un’ora, gli effetti comici sono ottenuti facendo ricorso ai più vieti e discutibili stereotipi: i russi sono una specie di napoletani travestiti (e il loro forte accento nella versione doppiata è particolarmente fastidioso), i nuovi ricchi sono pacchiani, i nostalgici del comunismo sono patetici, gli ebrei sono trafficoni, i francesi sognano la grandeur. Sullo sfondo c’è una storia da feuilleton ottocentesco, su una bambina perduta e ritrovata, e tutto sommato è l’elemento più apprezzabile; oltre alla presenza di Miou-Miou, che da sola basta a giustificare la visione.
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