Regia di Radu Mihaileanu vedi scheda film
Avendo vissuto per anni, sulla propria pelle, la brutalità del totalitarismo è inevitabile che, alla prima occasione (di darsi alla macchia), non vi si sottragga quell’”orchestra Brancaleone”(michel) che in terra di Francia era invece sbarcata al fine - così almeno da contratto - di dare, a un vecchio direttore d'orchestra, quella soddisfazione negatagli tanti anni prima. La sua agognata impresa sembra dunque destinata ad un fragoroso (ed imbarazzante) insuccesso, ma il genere cinematografico prescelto lo vieta categoricamente e quindi nel finale - grazie ad acrobatici (leggasi inverosimili) artifizi - il film si rialza in piedi e ci regala un trionfo…nient'affatto inaspettato.
Sicuramente un film ben fatto (efficace la ridicolizzazione dell'arretrata “madrepatria” Russia in macerie: dopo anni di comunismo è contesa da nostalgici politicanti e malavitosi accomunati dalla necessità - essendo a corto di consensi - di ricorrere a comparse) che raggiunge il suo apice nell’appagante scena finale… ma che fatica arrivarci a quella scena! Per un ora e mezza si susseguono sketch più grotteschi e deprimenti che comici (tanto da far temere seriamente per l'insuccesso di Andrei) e, quando sopraggiunge, è di un sollievo…“imbarazzante”. Così non va!
(Quanto allo scandaloso doppiaggio caricaturale degli attori russi meglio tacere, visto che non se ne può fare una colpa del regista).
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