Regia di James Ivory vedi scheda film
Un dottorando vuole ottenere l’autorizzazione a scrivere la biografia di uno scrittore, morto suicida dopo aver pubblicato un solo romanzo, e a tale scopo entra in contatto con la sua variopinta famiglia allargata (fratello gay, vedova annoiata, amante con figlioletta) che vive in un’isolata fazenda dell’Uruguay. Qua e là traspare il senso di sperdimento che coglie chi si trova in un paese straniero, tema classico dell’autore di Calore e polvere e Camera con vista, ma resta come affogato in un mare di manierismi: ci si aspetta chissà quale rivelazione finale che movimenti le cose, ma non arriva (al suo posto c’è una lezioncina accademica sul rapporto fra letteratura e vita, preludio a quello che forse vorrebbe essere un colpo di scena). Gli interpreti sono professionali, ma i loro personaggi fanno di tutto per apparire antipatici, o almeno poco interessanti. E poi, la solita domanda che ci si pone in casi simili: chi sarà l’idiota a cui è venuto in mente di cambiare un titolo come The city of your final destination?
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