Regia di Miguel Littin vedi scheda film
Vita che diventa pagina, pagina che si muta in pellicola. Al regista di Isola 10 è successo: la sua esistenza è stata raccontata dal grande Gabriel García Márquez in Le avventure di Miguel Littín, clandestino in Cile. Dopo il golpe di Pinochet dell’11 settembre 1973, il cineasta cileno fu esiliato in Messico, dove fu libero di realizzare film sul dramma del suo Paese, diventando una delle voci più importanti del cinema sudamericano. Per mettere in scena il destino meno facile dei suoi connazionali, ha scelto di portare su grande schermo il libro autobiografico di Sergio Bitar, Ministro delle Attività Minerarie all’epoca del colpo di Stato e deportato, insieme a molti altri intellettuali invisi al regime, sull’isola di Dawson, nell’arcipelago della Terra del Fuoco. Presentata in Concorso al Festival del Film di Roma 2009, l’opera di Littín è testimonianza di indubbio valore storico, ma dalla confezione troppo poco incisiva per riuscire a rendere giustizia alla vibrante denuncia proveniente dalla più buia fra le pagine della Storia cilena. Ingessato in una fotografia ostinatamente livida e nel grigiore della routine cui i prigionieri sono costretti, il film registra i fatti e dà un volto alle vittime, ma non ha mai il coraggio di alzare la voce e rompere uno schema narrativo risaputo. Scorre, gelido e rigoroso, come la neve che batte impietosa sull’isola.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta