Dopo il colpo di stato militare del 1973, tutti i più stretti collaboratori e ministri di Salvador Allende vengono rinchiusi nel campo di concentramento dell'isola di Dawson, all'imboccatura dello Stretto di Magellano (soprannominata la Guantanamo cilena) dove, per cancellarne le identità, sono ribattezzati con un numero. Grazie alle pressioni della Croce Rossa Internazionale viene loro risparmiata la vita, ma non il clima inospitale, le torture e i lavori forzati. Trent'anni dopo, alcuni sopravvissuti tornano sull'isola e ritrovano il luogo in cui hanno imparato a sopravvivere in condizioni estreme, riproponendo persino in prigionia i ruoli politici che avevano nel governo. A riceverli, i carcerieri di un tempo, oggi funzionari del potere democratico.
Note
Ingessato in una fotografia ostinatamente livida e nel grigiore della routine cui i prigionieri sono costretti, il film registra i fatti e dà un volto alle vittime, ma non ha mai il coraggio di alzare la voce e rompere uno schema narrativo risaputo. Scorre, gelido e rigoroso, come la neve che batte impietosa sull’isola.
Avvolto in una fotografia priva di calore, "Isola 10" documenta le pene che subirono tutti i più stretti collaboratori di Salvador Allende per mano della dittatura militare cilena. Ma sembra procedere timoroso, come incapace di suscitare quella necessaria rabbia civile. Da Miguel Littin ci si aspettava qualcosa in più di un film di pura prammatica.
E’ certamente più importante per ciò che dice che per come lo dice (anche se il film è sobrio e funzionale). Quello che ci viene raccontato è infatti un tragico pezzo di storia da non dimenticare che ci riporta alla tragica realtà di un altro drammatico 11 settembre, quello del 1973, nel Cile sconvolto dal colpo di stato contro Allende.
Quello che ci viene raccontato da questo film, è un tragico pezzo di storia da non dimenticare. Peccato che nonostante il suo passaggio lo scorso anno dalla Festa del cinema di Roma (o come cavolo si chiama adesso) e l’accoglienza calorosa che gli è stata riservata in quella circostanza, la pellicola di Miguel Littin non sia ancora riuscita a trovare uno spazio distributivo… leggi tutto
Non conoscevo la vicenda della prigionia dei componenti del governo Allende in questa isola fredda e inospitale alla fine del mondo. Bella la fotografia e i paesaggi. Questi i meriti del film. Per il resto non succede nulla. Ai protagonisti è toccata una vita dura ma penso assai migliore della sorte di molti dissidenti cileni o argentini. leggi tutto
Vita che diventa pagina, pagina che si muta in pellicola. Al regista di Isola 10 è successo: la sua esistenza è stata raccontata dal grande Gabriel García Márquez in Le avventure di Miguel Littín, clandestino in Cile. Dopo il golpe di Pinochet dell’11 settembre 1973, il cineasta cileno fu esiliato in Messico, dove fu libero di realizzare film sul dramma del suo Paese, diventando una delle… leggi tutto
Mi ricordo, sì, io mi ricordo di Villa Grimaldi e degli ascensores, de l'sla de Chiloè e de Puerto Montt, ho pure baciato quel piede ne la plaza Munoz Gamero per garantirmi un improbabile ritorno.
Adios…
Aspetto con ansia, come tutti l’uscita di una nuova opera di un regista o di uno scrittore che amo, in questo caso Sepulveda. Non m’informo molto affinché essa rimanga una scoperta .
Molte…
Non conoscevo la vicenda della prigionia dei componenti del governo Allende in questa isola fredda e inospitale alla fine del mondo. Bella la fotografia e i paesaggi. Questi i meriti del film. Per il resto non succede nulla. Ai protagonisti è toccata una vita dura ma penso assai migliore della sorte di molti dissidenti cileni o argentini.
Giusto per ricordare... Ed è giusto e doveroso non dimenticare!
Quando si vedono questi film, il dolore che sorge non è individuale ma "universale e planetario"; e, come un mantra, bisogna riportare alla propria e altrui attenzione, la filosofia che ha mosso queste truci vicende: l'affermazione del capitalismo contro il comunismo con dei soggetti ben precisi dietro (imperialismi e…
Settembre 1973: le forze armate guidate da Augusto Pinochet prendono il controllo del Cile; con la morte di Salvador Allende, Pinochet prende il controllo del governo: un despota, che amministrerà lo stato con brutalità e continue oppressioni.
Terminano così i 3 anni di governo di Allende: uno dei pochi presidenti realmente pacifisti e veramente impegnato nelle riforme che…
Vita che diventa pagina, pagina che si muta in pellicola. Al regista di Isola 10 è successo: la sua esistenza è stata raccontata dal grande Gabriel García Márquez in Le avventure di Miguel Littín, clandestino in Cile. Dopo il golpe di Pinochet dell’11 settembre 1973, il cineasta cileno fu esiliato in Messico, dove fu libero di realizzare film sul dramma del suo Paese, diventando una delle…
In Italia, ormai si sa, il cinema nel mese di giugno chiude "ufficialmente" i battenti e va in vacanza per poi ritornare con i blockbuster di ferragosto, quei… segue
Quello che ci viene raccontato da questo film, è un tragico pezzo di storia da non dimenticare. Peccato che nonostante il suo passaggio lo scorso anno dalla Festa del cinema di Roma (o come cavolo si chiama adesso) e l’accoglienza calorosa che gli è stata riservata in quella circostanza, la pellicola di Miguel Littin non sia ancora riuscita a trovare uno spazio distributivo…
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Commenti (3) vedi tutti
Avvolto in una fotografia priva di calore, "Isola 10" documenta le pene che subirono tutti i più stretti collaboratori di Salvador Allende per mano della dittatura militare cilena. Ma sembra procedere timoroso, come incapace di suscitare quella necessaria rabbia civile. Da Miguel Littin ci si aspettava qualcosa in più di un film di pura prammatica.
commento di Peppe Comune6/8voto oggettivo/soggettivo
commento di paolofefeE’ certamente più importante per ciò che dice che per come lo dice (anche se il film è sobrio e funzionale). Quello che ci viene raccontato è infatti un tragico pezzo di storia da non dimenticare che ci riporta alla tragica realtà di un altro drammatico 11 settembre, quello del 1973, nel Cile sconvolto dal colpo di stato contro Allende.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792