Regia di Nicolo Donato vedi scheda film
Certo che il tasso testosteronico di questo film è talmente alto che, nella scena in cui non ricordo chi bussa alla porta del capobranco Kilo e ad aprire la porta è finalmente una donna, ricordo di aver sobbalzato in poltrona come quello che riemerge improvvisamente da una prolungata apnea notturna…..
Per carità, è più che lecito voler escludere del tutto ogni riferimento femminile, specie in un film dove co-protagonisti sono al tempo stesso l’omosessualità maschile e la fobia di stampo nazista per la medesima… Ma quel salto sulla poltrona è stato, per me personalmente, la rivelazione di una stonatura di fondo che accompagna il film per tutto il tempo.
Per il resto è certamente un bel film, aspro e spietato, ben interpretato e sceneggiato, forse con un piccolo inciampo all’inizio quando non elabora a sufficienza le motivazioni che spingono il protagonista Lars, dopo un esordio platealmente ostile, ad unirsi al gruppo di neo nazisti, e un altro piccolo inciampo nel finale ospedaliero in cui i toni e le immagini, per la prima volta, si fanno eccessivamente retorici e scontati.
Una piccola chicca: la scena dello stormo di uccelli migratori sulla spiaggia. Un applauso al regista (e/o alla sua fortuna).
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