Regia di Alessandro Angelini vedi scheda film
Un rapporto padre figlio in un famiglia abnormememente ristretta,una madre assente che si ripresenta ad intervalli variabili creando inevitabilmente scompensi,il cantiere navale dove il padre trascorre tutto il giorno e la palestra fai-da-te dove la sera allena il figlio per farlo diventare pugile.Sono questi gli elementi strutturali della prima parte del nuovo film di Angelini:un ritratto familiare intenso,un rapporto ispido ma vero.Un padre single che proietta nel figlio tutto se stesso,a cui piacerebbe che il figlio diventasse tutto quello che lui non è mai stato.Castellitto nei panni di questo genitore grezzo e imperfetto è straordinario,la cinepresa lo segue da vicino e lui si carica sulle spalle tutto il film con il massimo della naturalezza.E in questa prima parte il film di Angelini è bello,compatto,illuminato in modo efficace dalla bellissima fotografia iperrealista di Catinari.Poi la svolta:il film comincia a dipanarsi in molti rivoli,segue molti altri temi sfaldandosi fatalmente e inevitabilmente.Castellitto è il solito animale da scena ma nel film comincia a esserci lui e niente altro ,cosicchè i suoi sforzi sono parzialmente vanificati.Il film passa da temi intimi come il rapporto padre figlio,come la donazione degli organi,come l'elaborazione del lutto a temi più universali che con la sfera intima c'entrano pochino come l'emigrazione clandestina e i loschi traffici a cavallo del confine,la criminalità di matrice slava.Partendo dalla ricerca che il padre fa del cuore donato dal figlio perduto dopo un incidente di motorino.Appare poi quasi meccanico,un conto da ragioniere più che da regista o sceneggiatore,lo snodo del coma della giovane immigrata clandestina che partorisce un bambino.E che la riporta indietro dal limbo in cui era scivolata....
la cinepresa la sa maneggiare...eccome...
prova mostruosa
bravo
parte di contorno
indecifrabile
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