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L'uomo che verrà

Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film

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Carlo Ceruti

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La recensione su L'uomo che verrà

di Carlo Ceruti
10 stelle

E' un film di un realismo e di una crudeltà tali che colpisce e coinvolge ferocemente. La storia dell'eccidio di Marzabotto si sviluppa essenzialmente in due parti: nella prima vengono mostrati i civili ed i contadini alle prese con la loro vita quotidiana, con le piccole gioie ed i dolori, la vita nei campi e le vicende familiari. Costoro sembrano solo 'turisti' o 'spettatori' di una guerra che li riguarda fino ad un certo punto. I nazisti, i partigiani sono dei passanti; non ci sono buoni o cattivi, ai contadini basta vivere in pace. I nazisti addirittura parlano e mangiano con gli abitanti dei villaggi talvolta. Persino il regista pare non schierarsi, seguendo il punto di vista dei protagonisti. Nella seconda scoppia l'inferno, i tedeschi diventano carogne e praticamente non resta vivo più nessuno dei civili.

La prima parte è mostrata con piglio quasi documentaristico, con mano lieve, dolce, che ricorda un po' l'Olmi de L'albero degli zoccoli. La seconda è il contrario della prima: è frenetica, tesa, violenta e terribile; finalmente appaiono i 'buoni' ed i 'cattivi'; i contadini non sono più spettatori della guerra ma vittime, i nazisti non sono più passanti ma invasori assassini ed al regista diventa davvero difficile (per quanto ci provi) conferire ai tedeschi un briciolo d'umanità. Su tutto regna lo sguardo placido d'una bambina di nome Martina, che non parla mai e che ha appena avuto un fratello. Il fratello appena nato è l'uomo che verrà, il futuro, la speranza di un mondo migliore (il commovente finale lo fa ben capire). Per sentimentalismi non c'è posto, per lacrime nemmeno; solo la realtà viene rappresentata in tutta la sua bruttura. Nonostante tutto, è un film poetico, gentile, allegorico e per certi versi innovativo. I contadini vivono a contatto ed in armonia con la Natura, quasi parlano con essa, finché gli invasori non li sradicano violentemente dalle loro vite (in questo ricorda un po' anche Malick). E' un film che sa passare dalla delicatezza alla violenza con facilità ed intelligenza e che coniuga e riprende il meglio del nostro cinema. Di retorica o piagnistei non c'è nemmeno l'ombra. Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:3 impegno:3 tensione:3

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