Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film
Film ammirevole per il senso di verità storica che riesce a restituire, nonchè per la pietas con cui rievoca l'orrore del nazismo. Diritti non nasconde la paura, la disperazione, il dolore, la crudeltà, ma riesce ad enfatizzare questi stati d'animo, attraverso una messinscena misurata, ellittica, che non cerca mai nè il sensazionalismo nè l'esercizio di stile. Esemplare, in questo senso, la sequenza della prima fucilazione, in cui vediamo al ralenti lo sguardo terrorizzato di Alba Rohrwacher (presenza incisiva: finalmente un volto "diverso" nel cinema nostrano) e di alcuni bambini, il momento in cui cadono a terra colpiti dalle pallottole, uscendo dall'inquadratura, la mdp si alza, inquadra il muro della chiesa crivellato di colpi di mitragliatrice, e poi il cielo...Questa ed altre scene, nella seconda parte, rivelano una sensibilità registica e morale di tutto rispetto...Non credo che Diritti diventerà il nuovo Olmi, nè il nuovo Taviani, però ha sicuramente qualcosa da dire e ha tutto il tempo per crescere e per trovare uno stile personale: non dimentichiamoci che il cinema, Welles a parte, è un'arte in cui l'esperienza conta molto e tanti bravi registi diventano Maestri solo dopo 20 o 30 anni di carriera.
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