Regia di Frederick Wiseman vedi scheda film
Gli interlocutori dell'individuo, nella comunità religiosa ritratta da Wiseman, sono Dio ed il prossimo. Aprirsi ad entrambi significa esporsi al dolore, perché la gioia di amare è come un fluido che si fa prepotentemente strada tra i lembi di un ferita profonda, che raggiunge gli strati più remoti dell'anima. L'ego è una corazza dura da rimuovere, ed un punto di riferimento difficile da scalzare dal centro dell'universo, in cui ognuno di noi istintivamente crede di potersi collocare. La preghiera collettiva, più che espressione di un desiderio, è qui intesa come esercizio spirituale: si prega per gli altri, ed insieme agli altri, al fine di convogliare lo slancio personale verso la religiosità in un anelito di gruppo, condiviso e rafforzato dal senso dell'unione dei cuori. Il Vangelo è il fulcro di questa straordinaria esperienza di comunione: il testo sacro è considerato fonte di riflessione esistenziale, con la parabola come metafora delle tipiche situazioni della vita e dei più frequenti errori dell'agire umano. "Essene" è il dramma della sincerità spinta alle estreme conseguenze, con la confessione come primaria modalità di comunicazione: perché la rivelazione di sé è il dono più generoso ed illuminante che si possa offrire.
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