Regia di Adam Green vedi scheda film
Basta la prima inquadratura della prima opera di Adam Green per capire l'intento del regista statunitense: ovviamente si capisce fin da subito che il genere è l'horror: scura fotografia, sporche inquadrature e pericolose location ci sottolineano tutto ciò; l'obbiettivo di Green, però, non è solo spaventare, ma anche quello di dimostrare affetto verso gli slasher anni 80, e se non basta la scena con Robert Englund (alias Freddy Krueger) aspettando pochi minuti, possiamo vedere la brutalità con la quale il nuovo killer di Green si manifesta. Ma il neo-regista non è solo un malinconico, e non limitandosi a richiamare lo schema dei vecchi horror, si concede di aggiungervi del dissacrante umorismo, che già si nota dai simpatici e scurrili dialoghi di Englund verso la mascolinità del proprio primogenito.
Non vi è nessuna pretesa; già iniziati i titoli di testa si capisce che Green non vuole riscrivere le basi dell'horror, ma semplicemente fare del suo meglio perchè i fan di quegli anni ormai passati siano attratti dal nuovo mostruoso Victor Crowley, parodizzando tutti gli elementi tipici dei film di quel genere. Semplice intrattenimento: che grazie ad una messa in scena ben ritmata e frenetica, accompagna le peripezie di un gruppo, abbastanza inusuale, a confrontarsi con un assassino armato di forza bruta e strumenti da agricoltore.
L'obbiettivo principale è però, senz'altro, quello di unire battute nerissime al gore: e se questo è lo scopo della pellicola è sicuramente riuscito: le sceneggiature sono divertenti, cattivissime, composte da dei dialoghi irriverenti che deridono continuamente i protagonisti codardi, falsi e spesso ottusi.
Una grande sorpresa sono gli effetti speciali: le uccisioni di Kane Hodder, già interprete (non a caso) di Jason nella saga di Venerdì 13, sono dotate di un alto tasso di spettacolarità, realismo e una buona dose di disgusto che ogni buon horror deve possedere.
C'è da dire, che se l'intento semplice e basso del film funziona alla grande, esso non è esente da lati negativi: primo su tutti la storia fritta e rifritta. Il nuovo spietato assassino, è originale solo nei metodi di esecuzione, per il resto, non si rimane particolarmente colpiti dalla sua forma o dalla sua storia. Per non parlare poi della trama, che è un semplice gioco al massacro, farcito sì, da battute geniali, ma senza spessore. Anche gli attori non se la cavano molto bene, tralasciando le vecchie leve del genere, gli altri sono poco convincenti e l'intera narrazione risente di simili interpreti alle prime armi. Grossolani difetti persino nelle scenografie, che all'inizio incuriosiscono per il luogo ove si svolgono i fatti (le pittoresche paludi della Louisiana) ma poi si rivelano povere e talvolta male allestite.
Certamente non è un film di serie A, non vuole nè essere un nuovo capostipite degli horror nè risvegliare il sopito genere slasher, ma sicuramente vale la pena annoverarlo nella rosa delle "tre stelle" per il suo umorismo, il ritmo ben dosato e le scene splatter che sono ad alto livello qualitativo. Un'ora e mezzo di relax insieme a personaggi caricaturali, dialoghi imbecilli e omaggi alla formula tipica degli anni '80.
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