Regia di Federico Lai, Gil Rossellini vedi scheda film
Un' opera(zione) certamente spiazzante, che interroga alcuni dei punti più oscuri e spigolosi della coscienza (rigorosamente a-critica, per una volta) dello spettatore.
E in tale ultima definizione sta, forse, il dilemma: fino a che punto, da spettatori, è lecito spingersi... e oltre quali limiti è opportuno sospendere ogni giudizio, prrendere atto e tacersi...?
Possibile davvero 'recensire' l'agonia sarcastico-dissacrante d'un uomo che, razionalmente e non senza narcisismi, per essa scelse d'esser ricordato?
No, a parere di chi scrive.
Una sola nuànce critica, se mi è consentito: che 'autori' (autopti?) come Julian Schnabel VEDANO, e facciano ammenda.
Vi sono margini, recessi - rari, seminascosti forse, brulli e crepuscolari - alla soglia dei quali certa 'arte' dovrebbe potersi permettere il privilegio di astenersi dal coreografare - o peggio imitare - la realtà.
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