Regia di Michael Mann vedi scheda film
Uno dei thriller più riusciti (ed anche quello dove l'assassino è seguito passo passo fin da subito senza apparenti colpi di scena). Tutto ciò, che in mano ad altri avrebbe potuto essere foriero di un appiattimento della vicenda nella paludi della prevedibilità, qui è invece sviluppato come un continuo rispecchiarsi ta gatto e topo, una sottile indagine psicologica che porta alla scoperta di quanto il male possa spingersi oltre ogni limite, e potenziato ulteriormente a seguito di un amore deluso, quello tra la giovane cieca Reba ed il serial killer soprannominato "Fatina dei denti" (e grossolanamente tradotto nella versione italiana in "Dente di fata",come a dire che il Cappellaio matto era un matto con il cappello...). Cupo e teso come una corda di violino, grazie anche all'efficace colonna sonora, "Manhunter" segna anche l'inizio della "carriera" criminale di Hannibal Lecter (non ancora interpretato da Antony Hopkins),che si ritroverà 5 anni dopo in quel gioiello cinematografico che è "Il silenzio degli innocenti", e che qui il serial killer usa come confidente a distanza. Pur senza indugiare in dettagli macabri o in superflue spettacolarizzazioni, il film rimane ancora oggi uno dei thriller più efficaci nel creare un'atmosfera di suspance continua. Il remake "Red dragon" che seguirà 16 anni dopo, sebbene abbastanza fedele, non si dimostrerà per tensione ed atmosfere all'altezza di tanto degno predecessore.
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