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Manhunter - Frammenti di un omicidio

Regia di Michael Mann vedi scheda film

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La recensione su Manhunter - Frammenti di un omicidio

di Immorale
10 stelle

Il detective Will Graham, in pensione dopo un crollo psicologico e fisico dovuto alle conseguenze del suo scontro con l’efferato criminale Hannibal Lektor, viene richiamato in servizio per catturare un pericoloso serial killer, denominato “Dente di Fata”.

 

Magistrale adattamento del famoso libro intitolato “Red Dragon” di Thomas Harris che vede Mann, allora al terzo lungometraggio, dare sfogo a tutto il suo ottimo talento visivo. Eccezionale, in questo senso, tutta la concettualità delle inquadrature inizialmente statiche, costantemente “partenti” dal basso, e poi mobili in senso prevalentemente orizzontale, utili a definire gli spazi esterni (ambienti casalinghi “violati”, soprattutto) e “interni” (prevalentemente l’animo del protagonista, un ottimo William Petersen). Anche le sequenze in soggettiva, ben calibrate nell’economia della storia, contribuiscono ad aumentare l’immedesimazione dello spettatore nei meandri della “buia” trama. Tale virtuosità visiva, lungi dall’essere fine a se stessa, viene poi completata da un incredibile uso dei colori e dalla musica a volte martellante e a volte meditativa (di Michel Rubini), ma sempre profondamente anni 80, fatta eccezione per la scelta di utilizzare nel lungo epilogo la sanguigna e diabolica “In A Gadda Da Vida” degli Iron Butterfly, che accompagna le bellissime sequenze dell’irruzione attraverso la vetrata e della “trasformazione” finale dell’assassino. Qui compare, per la prima volta, forse il più famoso serial killer cinematografico  (almeno dal 1991, grazie alla straordinaria interpretazione di Hopkins ne “Il silenzio degli innocenti”), interpretato da Brian Cox. Imparagonabili  le due letture del personaggio, vuoi per la centralità data allo stesso nel film di Demme, ma Cox riesce lo stesso a rendere la figura memorabile e inquietante (pur apparendo, in definitiva, solamente per una manciata di minuti), grazie alla sua recitazione secca (sotto le righe) ma trasudante “lasciva” imperturbabilità.    

La trama

Onirica.

Michael Mann

Ottima.

 

In parte.

Tom Noonan

Inquietante.

Brian Cox

Serafico.

Dennis Farina

Sicuro.

Joan Allen

Convincente.

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