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Horror Express

Regia di Eugenio Martin vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Horror Express

di Ethan01
3 stelle

Tra i peggiori horror della coppia Cushing-Lee. Che tristezza vederli naufragare in un pasticcio del genere..

A bordo di un treno diretto a Mosca da Pechino un misterioso essere imprigionato in un antico fossile si risveglia e inizia a seminare il terrore tra i passeggeri. Toccherà a due antropologi (Christopher Lee e Peter Cushing) che viaggiano a bordo del treno affrontare questa grave minaccia.

Prodotto con fondi spagnoli e britannici, un horror di serie Z diretto in maniera a dir poco pedestre da un misconosciuto regista spagnolo, indubbiamente tra i peggiori film di tal genere che si siano visti negli anni settanta.

La storia, basata su un'idea trita e ritrita, cioè quella del solito mostro preistorico che si risveglia, viene sviluppata nel modo più scontato e banale possibile, anche grazie a una sceneggiatura inconsistente e pasticciata come poche altre, che si limita ad accumulare senza alcun ritegno tutti i luoghi comuni possibili all'interno di un film horror, con l'aggiunta di personaggi assolutamente insulsi e imbarazzanti come quello interpretato da un pessimo Alberto De Mendoza.

Il regista, dal canto suo, per sopperire alla pochezza dell'insieme, non trova di meglio da fare che scatenarsi con effettacci splatter a gogò, credendo di provocare un minimo di orrore nello spettatore, ma di fatto riuscendo a rendere il tutto ancora più inguardabile. È inevitabile infatti che si vada a sfociare nel ridicolo involontario.

E nonostante la presenza di due mostri sacri del genere horror come Christopher Lee e Peter Cushing e la comparsata del compianto Telly Savalas (purtroppo non adeguatamente valorizzato dalla regia) il film non si risolleva più di tanto. Anzi dispiace immensamente vedere coinvolti attori di tale calibro in una porcheria simile, a cui magari avranno accettato di prendere parte per motivi squisitamente alimentari.

Stendiamo poi un velo pietoso sulle musiche (insopportabili e pedanti) e la fotografia.

E a quasi cinquantanni di distanza dall'uscita, ci si chiede con quale coraggio alcuni fan (fortunatamente una cerchia molto ristretta) abbiano innalzato al rango di "cult" una schifezza del genere, indifendibile sotto tutti i punti di vista.

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