Regia di Eugenio Martin vedi scheda film
Tra i ghiacci è stata trovata una creatura preistorica, dal corpo di scimmia, dalla testa composta da un teschio, ma con le orbite ancora presenti: siamo nel 1906, e lo studioso che ha compiuto il ritrovamento, mette il fossile dentro una cassa e compie un viaggio sul treno che collega Pechino e Mosca. Solo che la creatura è solo ibernata, si risveglia, e si libera, cominciando a uccidere, con lo sguardo, i malcapitati che gli arrivano a tiro; e su un treno, le vie di fuga sono relativamente poche. Tra le numerose collaborazioni che vedevano nello stesso cast i nomi di Christopher Lee e Peter Cushing ( i quali, tra l'altro, hanno partecipato, in capitoli separati ma entrambi, alla saga di "Star Wars"), "Horror Express", coproduzione tra Inghilterra e Spagna, è una delle poche che li vede allearsi, anzichè nemici: diretto senza verve dall'ispanico Eugenio Martin, è un horror i cui effetti speciali erano già modesti all'epoca, con minor ricorso a scene sanguinarie, che nelle intenzioni vorrebbe montare una tensione sorda, che sfocia nel gran finale, in cui l'entità extraterrestre che si celava nella creatura venuta dai ghiacci si trasferisce in altre menti, causando, addirittura, il resuscitare delle sue vittime per volgerle contro i suoi nemici. Antecedendo "Cassandra Crossing", la soluzione parrebbe dirottare il treno verso un dirupo, dopo che il terrore si è diffuso nelle carrozze, ma i due protagonisti sapranno essere sagaci. C'è anche Telly Savalas in un numero barocco, di uomo della sicurezza, in realtà folle e gratuitamente violento, e se Cushing sembra defilarsi lasciando spazio al suo eterno opposto, Lee interpreta con notevole sobrietà un personaggio scritto con evidente superficialità.
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