Regia di Peter Greenaway vedi scheda film
Lo sguardo di Peter Greenaway è trasparente come l'acqua: vede il passato attraverso il presente, la fantasia attraverso la realtà, le storie leggendarie attraverso i fenomeni della natura. Il suo rapporto col mondo è quello dell'uomo primitivo, per il quale guardare dentro le cose significa guardare oltre, verso quell'orizzonte remoto e primordiale dove l'ignoto è popolato di figure immaginarie, che diventano le verità ultime e profonde, la religione e il mito. Raccontare una favola con i toni e le immagini di un documentario significa voler dare concretezza ai sogni e, viceversa, voler dotare il dato di fatto di un magico alone di mistero: una compenetrazione necessaria tra certezza oggettiva ed indeterminatezza soggettiva, perché per credere bisogna non sapere tutto e non conoscere le cose fino in fondo. Infatti il margine di dubbio lascia aperto un varco allo stupore, rendendoci insicuri, ma curiosi, e timorosi, però sensibili al fascino della rivelazione. "Water wrackets" è un modesto, ma sincero omaggio alle falsità che ci incantano perché, per quanto assurde, sono raccontate bene e fanno della bugia un'arte affabulante, in grado di rapirci dentro l'illusione.
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