Regia di Peter Greenaway vedi scheda film
La storia di ogni tempo è fatta di verità universali declinate sullo sfondo degli eventi quotidiani: il ritmo con cui, in una lezione, si scandisce l'alfabeto della lingua italiana, si sovrappone a quello dei passi della gente lungo i marciapiedi; e intanto il suono delle parole usate come esempi di fonemi consonantici si deposita sulle strade ed i palazzi alla ricerca del significato perduto. Questa, d'altronde, è la nostra vita: divisa tra pensieri astratti e pratiche concrete, a cui ci dedichiamo a momenti alterni. La mente lavora per intervalli, focalizzando ora il dato contingente, ora la riflessione generale, sforzandosi di mettere pace tra il reale e il possibile, perché è solo così che possiamo sentirci parte del tutto. Noi siamo il filo conduttore in mezzo alla sterminata varietà dei fenomeni, con le nostre conoscenze condivise (la lingua comune) e le azioni che compiamo tutti allo stesso modo (camminare): il leitmotiv nella diversità è, del resto, uno dei temi del cinema di Greenaway, a partire da The Falls, il suo memorabile lungometraggio d'esordio.
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