Regia di Woody Allen vedi scheda film
Il nono film di Woody Allen rientra in quel periodo di massima ispirazione, sia a livello attoriale che registico. In questa pellicola dalle alte potenzialità sarcastiche dove, più che regalare una risata, sortisce un effetto di ilare benessere costante che si protrae per tutta la durata. Un bianco e nero nitido e marcato (adorabile), un Woody scrittore fallito (sempre il solito personaggio) che si destreggia tra l’amore; sullo sfondo la Manhattan del titolo, tanto cara al regista. Cast forbito: Diane Keaton, compagna e musa, è l’amore maturo e indeciso; Meryl Streep, breve e immensa; è l’amore passato e vendicativo; Mariel Hemingway è l’amore giovane e irrazionale. Racchiude l’esistenza insoddisfatta di un uomo, che ha da poco passato la soglia dei quarant’anni e non sa cosa farsene di una languida esistenza. Inserito al quarantaseiesimo posto dell’American Film Institute, è uno dei film che maggiormente rappresenta lo stile di Allen. Da vedere assolutamente, se piace il sarcasmo Alleniano, pur non avendo creato in me l’entusiasmo che lo accompagna.
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