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Manhattan

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Manhattan

di mm40
8 stelle

Allen che fa il verso ad Allen. Per qualcuno questo è il suo capolavoro, ma a ben guardare si tratta soltanto di uno scimmiottamento (per quanto a tratti convincente) di tutto quanto già portato sullo schermo finora dall'autore/regista/attore. C'è la commedia sentimentale (una volta visto Io e Annie, Manhattan diviene superfluo, sotto questo punto di vista), c'è la crisi del rapporto di coppia (Provaci ancora, Sam era soltanto un po' più spinto sul versante comico, diciamo la versione comica di Manhattan) e c'è l'ironia amara degli undestatement accuratamente volti a criticare e fare il punto sul giro di boa dei 40 anni (sia pure in chiave quasi demenziale, ma anche Amore e guerra e Prendi i soldi e scappa raccontano l'esperienza esistenziale sotto questo tipo di luce). Per tutta questa serie di motivi Manhattan non è un capolavoro: è un bellissimo racconto di un disagio tutto interiore di un intellettuale in crisi, che da vicino ricorda a tratti 8 e 1/2 (nelle musiche pompose di Gerschwin, ad esempio, assimilabili a qualche momento - vedi Wagner nella scena delle terme - della pellicola felliniana), un profilo sottile e maturo dell'inquietudine esistenziale prima ancora che sentimentale di un artista. Allen a nudo, in pratica, ma già nei suoi precedenti titoli la sua storia personale era stata ampiamente messa in scena. Un incipit memorabile, già esso inconcludente e nevrotico, il bianco e nero maestoso di Willis, battute fulminanti a raffica e soprattutto la piacevolissima constatazione che il talento del multiforme artista Woody Allen è in grande forma. Unico possibile neo, una scrittura - sceneggiatura del regista e di Marshall Brickman - eccessivamente Allen-centrica nella quale c'è poco spazio per le psicologie degli altri personaggi e quella della co-protagonista Mary (Diane Keaton, nemmeno a dirlo) è ridotta semplicemente a contraltare di Isaac/Woody (ma anche la figura di Yale/Michael Murphy spesso si risolve nel porgere le battute al protagonista). Rimarrà in ogni caso nella Storia del Cinema la sequenza della lista delle cose per cui vivere. Altri interpreti: Mariel Hemingway, Anne Byrne Hoffman, Meryl Streep e, in un cameo, Wallace Shwan. 8/10.

La trama

42 anni, scrittore, Isaac è reduce da tante storie sentimentali fallite (fra cui un paio di matrimoni) ed al momento frequenta una diciassettenne, senza impegno. Finisce per andare a letto con la (intellettualmente attraente) ragazza del suo migliore amico, poi si pente e cerca di recuperare il rapporto con la ragazzina, ma ormai è troppo tardi anche per lei.

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