Regia di Nacho Vigalondo vedi scheda film
Scatola cinese made in Spagna
Mentre è in perlustrazione nel bosco, un uomo di nome Héctor viene assalito da un misterioso individuo bendato; vedendo che, ai piedi dell'assalitore, vi è distesa una ragazza nuda e priva di sensi, la vittima capisce di essersi imbattuta in quella che ha tutta l'aria di essere una sanguinosa scena del crimine.
Dopo una lunga fuga, Héctor giunge in un silos adibito a laboratorio dove, un ricercatore, gli suggerisce di nascondersi all'interno di una stranissima vasca ricolma d'acqua; in realtà, l'enorme contenitore non è altro che un'incredibile macchina del tempo che, come facilmente intuibile, darà non pochi grattacapi allo sventurato Hèctor.
Pellicola spagnola costruita con sagace ingegno (nonostante la penuria di mezzi), "Timecrimes" stupisce per l'incredibile efficacia con cui il regista riesce a catalizzare l'attenzione dello spettatore mediante un processo di scrittura che, seppur tutto fuorché originale, mantiene un livello di tensione pressoché costante.
Con l'ausilio di una manciata di attori e di un numero limitato di location (due interni e qualche ripresa esterna in mezzo ai boschi), l'autore mette in scena una storia fatta di loop temporali e di meccanismi di scrittura che disegnano con apprezzabile equilibrio una discreta concatenazione degli eventi (sebbene, nelle battute finali, una leggera confusione inizi a palesarsi).
La fotografia desaturata, dal canto suo, viaggia a braccetto con una regia essenziale ma attenta, dove il montaggio, semplice e solido, funge quasi da narratore; ogni inquadratura, difatti, sarà utile al fruitore per decifrare lo sviluppo degli eventi che si dipaneranno per tutto l'arco della durata.
Minimale ma affascinante, "Timecrimes" è quindi un più che riuscito thriller fantascientifico, nonché la dimostrazione di come non servano ingenti somme di denaro per realizzare qualcosa di sorprendente.
Voto: 7,5
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