Regia di Johnnie To vedi scheda film
Il migliore stile di Johnnie To. Quello in cui il paesaggio urbano è come un’aiuola di fiori metallici agitata dal vento. La frenesia e lo squallore della città si trasformano in un poetico fruscio ed in una vibrazione sensuale: i colori e le luci si circondano di un’aura elettrica, che fonde la tensione criminale con l’intrigante incanto della bellezza. Solo in questa tavolozza, in cui le iridescenze del neon si mescolano alle tinte pastello, un passerotto può diventare un misto di disarmante tenerezza e micidiale seduzione. La giovane ed avvenente Chun Chung Lei è, nel contempo, la principessa prigioniera e la strega ammaliatrice, che interpreta il ruolo della vittima solo per estendere il proprio potere sugli uomini. È la doppiogiochista che soltanto in questa maniera può dominare un mondo organizzato secondo le gerarchie della malavita, e quindi, per sua natura, impreparato ad agire al di fuori delle logiche di spartizione del territorio, di alleanza e vendetta, di complicità e rivalità. La ragazza, che chiede aiuto ad una squadra di borseggiatori (quattro fratelli di Hong Kong) per sfuggire al suo ricco ed anziano protettore, sa che può destare interesse ed innescare una battaglia in suo favore solo se si presenta come oggetto conteso, come termine di una sfida tra uomini d’onore. Proporsi come premio in palio è il modo ideale per trasformare questi ultimi in pedine del gioco: un principio del divide et impera al femminile, in cui la donna semina la discordia e scatena la violenza non per consegnarsi al vincitore, bensì per conquistare la propria indipendenza. La lotta sfianca il cosiddetto sesso forte, che, alla fine, è costretto a cedere le armi e rinunciare al trofeo. Questa storia è una favola moderna dal forte sapore antico, che affonda le radici nei miti delle fate, maestre di saggezza e di magia, inviate sulla terra a determinare, con le loro facoltà soprannaturali, il destino dell’uomo. Come uno spirito divino, che appare all’improvviso e subito scompare, assumendo le sembianze di animali, anche Chun Chung irrompe nella vita dei quattro ladruncoli per portarvi lo scompiglio: ed il suo arrivo e la sua partenza sono annunciati dal passaggio di un uccellino che, simbolicamente, si fa prima catturare per poi fuggire dalla gabbia. In Sparrow, le barbare usanze della criminalità si intrecciano con i subdoli riti dell’amore, in un racconto in cui i lati in ombra dell’essere umano (la falsità, il cinismo, l’avidità) si tingono, per una volta, di un bonario fascino da romanzo rosa: l’incanto di un mondo in cui tutto ciò che è crudele e fa male (che sia un tradimento, che sia la lama di un coltello) appartiene alla nobile sfera della passione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta