Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film
Cronaca delirante e fantasiosa di un carcerato felice di essere rinchiuso e maltrattato, almeno per come ci viene descritto dal film e dalla prova fuori controllo di Tom Hardy che anche fisicamente ricalca con precisione i tratti di Mike Petersen o per meglio dire Bronson, personaggio vero che a forza di ribellarsi da sette anni che doveva fare per rapina ne ha fatti trentaquattro sbattuto da un carcere all'altro fino al manicomio criminale, quasi sempre in isolamento e sovente drogato con quantità industriali di sedativi.
Se questa storia l'avesse raccontata Ken Loach starei qui a parlarvi di un'altro dramma della tetra Inghilterra regno indiscusso della violenza generata da una società triste, grigia di colore ed umore in cui farsi un piatto di penne al pomodoro degne di questo nome è un utopia tanto quanto uscire senza ombrello o essere fisicamente bello, Refn imposta il tutto come una commedia grottesca affidando la narrazione alla mimica straripante di Tom Hardy, un attore ormai lanciato nel gota dei richiestissimi dopo una serie di prove maiuscole fra le quali "Bronson" rappresenta forse quella più impegnativa proprio perchè il film gira tutto intorno a lui sotto la direzione non convenzionale di Refn che ha riempito il suo film di allegri pestaggi, celle accoglienti, secondini disponibili e canzoni spensierate e sapete che c'è di bello?
Che il film funziona e raramente annoia sraboccante com'è di umorismo nero ma il soggetto non crea un vero messaggio visto che Bronson è un pazzo punto e basta.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta