Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film
Partendo da un fatto di cronaca, il regista danese Nicolas Winding Refn costruisce un film stilizzato, straniante e iperviolento, utilizzando al meglio l'attore Tom Hardy, sensazionale nella parte di Michael Peterson/Charles Bronson, criminale britannico, entrato in prigione nel 1974 per rapina e, a parte un brevissimo periodo, mai più uscito.
Inoltre, la maggior parte di questi anni Bronson - come il detenuto si è autonominato - li ha passati in isolamento a causa di risse e scazzottate varie, per lo più immotivate, con compagni di cella e secondini.
La novità, per un film di ambientazione carceraria, sta appunto nella messa in scena del filmmaker, anche autore della sceneggiatura - di questo e tutti gli altri suoi lavori - influenzata in maniera palese da Kubrick per il taglio di certe inquadrature ed i toni tendenti al grottesco e da Scorsese per l'uso delle musiche in contrasto con ciò che viene mostrato. Due esempi su tutti il 'Va pensiero' di Verdi e 'It's a sin' dei Pet Shop Boys.
Voto: 8.
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