Regia di Hannes Stöhr vedi scheda film
Da amante di tutto quanto riguarda la club culture (dj, eventi, serate, locali e soprattutto la musica), mi intrigava parecchio l’idea di vedere un film con un grande dj come Paul Kalkbrenner come protagonista, però devo anche ammettere che mi sarei aspettato un qualcosa di un po’ diverso.
Infatti lo spazio per la musica, e per la parte più legata ad essa (penso soprattutto alla Berlino del titolo, la patria sovrana del clubbing internazionale), è alquanto limitato e la storia si concentra maggiormente su altro non riuscendo ad essere originale o particolarmente convincente.
Dj Icharus gira per il mondo e suona nei party più importante accompagnato dalla sua compagna che gli fa anche da manager.
Intanto lavora al suo nuovo album che però non soddisfa le esigenze della sua produttrice e quando prende la droga “sbagliata” finisce in un centro di recupero rischiando di perdere tutto.
Tra l’esigenza di mettere nuovamente mano sulla sua nuova creatura digitale e quella di uscire dal tunnel le prove che dovrà superare saranno diverse e non facili.
La pellicola parte molto bene, un bel trip tra feste, viaggi e musica, ma si perde anche rapidamente quando si entra tra le quattro mura cella clinica dove il dj deve ritrovare la sua strada di uomo.
In questo manca di originalità, ma anche di sostanza, proponendo elementi scontati e raccordati nemmeno troppo bene.
Fortunamente qua e là ricompare qualche spiraglio del mondo che avrei voluto veder rappresentato ed il finale è quello che ci si aspetta senza particolari squilli.
Insomma direi che per un amante come me di questo mondo underground il film riesce comunque a regalare qualcosa, per tutti gli altri (il 99,99% dei cinefili) invece c’è davvero poco di cui entusiasmarsi.
Peccato perché togliendo un po’ di spazio a tutto quanto ruota attorno alla droga ed inserendo qualche risvolto in più sui dj e sui locali berlinesi poteva venirne fuori una sorta di manifesto.
Direi un po’ deludente, poi mi è praticamente impossibile cassarlo in toto, gli bastano giusto una manciata di tracce e vedere Paul Kalkbrenner recitare anche abbastanza in scioltezza.
Si perde un pò troppo in tutta (la lunga) parte confinata nel centro di recupero.
Per il resto alcune sequenze musicate le gestisce bene.
Se la cava bene anche come attore, ovviamente rimane migliore come dj.
Adeguata.
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