Louis (Melvil Poupaud) è un giovane di una agiata famiglia parigina caduto nella spirale della droga. Insieme a Mousse (Isabelle Carré) trascorre una serata di amore e di eccessi nel suo appartamento. Il mattino dopo lui è morto per overdose e lei è in stato di incoscienza. È così che li trova la madre di Louis, che non aveva idea della china presa dal figlio. Poco dopo si scopre che Mousse è rimasta incinta di Louis. La ragazza, malvista dalla madre di Louis, decide di allontanarsi da Parigi e, contro a ogni consiglio, di tenere il bambino.
Note
Scocciano, del cinema di Ozon, certe forzature simboliche e alcune figure troppo scritte ed esemplari, ma bisogna riconoscergli un talento truffautiano nel saper descrivere stati d’animo solo attraverso il rapporto uomo-natura. Il rifugio è l'ideale conclusione di una trilogia cominciata con Sotto la sabbia (2000, a tutt’oggi, suo capolavoro) e proseguita con Il tempo che resta (2005).
Il tema delicato della maternità, trattato con intelligenza e umanità da François Ozon, che, come altre volte, si interroga sul ruolo maschile e femminile, con una riflessione ricca di affettuosa partecipazione umana e culturale.
Con un’economia espressiva all’insegna della sottrazione che ha solo qualche piccolo cedimento, Ozon mette in scena una storia dolorosa che è anche una lucida analisi sulla evidente (e terribile) difficoltà di sopravvivere a una perdita e sulle differenti modalità che ognuno di noi ha e mette in atto per fronteggiare un siffatto, devastante evento
Con Il rifugio prosegue il personale, eclettico e spesso “spiazzante” viaggio dentro al cinema del prolifico regista e sceneggiatore francese François Ozon qui (se non erro) alla sua undicesima tappa di un percorso d’autore di tutto rispetto soprattutto per la qualità complessiva dell’inusuale registro espressivo utilizzato, l’anticonformismo che lo pone sempre e comunque al di… leggi tutto
Due giovani parigini, Mousse (Isabelle Carré) e Louis (Melvil Poupaud) si amano da tempo e da tempo si drogano, senza difficoltà, perché, essendo ricchi, non sono costretti a rubare o a prostituirsi.
I loro privilegi sociali, però, non li rendono invulnerabili: dopo l’ennesima assunzione di eroina il fisico di Louis non… leggi tutto
Il Film in se' pare interessante leggendo la Trama ma della visione,rimane solo la netta percezione di trovarsi a vedere un qualcosa che non ha la forza d'esprimere di piu' di quello che si vede e resta solo la bravura della Carre' da ricordare e tutto il resto scivola via velocemente.voto.2. leggi tutto
Due giovani parigini, Mousse (Isabelle Carré) e Louis (Melvil Poupaud) si amano da tempo e da tempo si drogano, senza difficoltà, perché, essendo ricchi, non sono costretti a rubare o a prostituirsi.
I loro privilegi sociali, però, non li rendono invulnerabili: dopo l’ennesima assunzione di eroina il fisico di Louis non…
La protagonista è davvero brava nel disegnare una donna irresponsabile che non sa prendere coscenza della morte del suo uomo, e dei doveri che la gravidanza le impone. Il film è un "manuale" di come non ci si deve comportare quando si attende la nascita di un figlio e il finale ne sottolineerà l'egoismo.
Il Film in se' pare interessante leggendo la Trama ma della visione,rimane solo la netta percezione di trovarsi a vedere un qualcosa che non ha la forza d'esprimere di piu' di quello che si vede e resta solo la bravura della Carre' da ricordare e tutto il resto scivola via velocemente.voto.2.
Delude Ozon in uno dei suoi film meno umoristici e più "lineari". Niente contaminazioni, niente ironia, niente mash-up di umori, generi, riferimenti. Questa volta spazio al dolore, al male di vivere, declinato nelle varie incarnazioni della tossicodipendenza, di una gravidanza non voluta, di un lutto da elaborare, di attrazioni difficili da decifrare. Il film arranca in una staffetta di…
Coppia di amanti dediti all'eroina viene ritrovata agonizzante dalla madre di lui nel lussuoso appartamento parigino in cui convivono. Lui muore e lei, rimasta incinta, si rifugia nella casa isolata di una assolata località di villeggiatura sull'oceano per sfuggire alle pressioni della ricca e facoltosa suocera che la vorrebbe far abortire. Raggiunta dal fratellastro del suo ex amante, porterà…
Una tossicodipendente, scampata a una dose di eroina tagliata male che è costata la vita al compagno, scopre di essere incinta. La madre di lui preme per farla abortire, ma lei decide di tenere il bambino, inizia a disintossicarsi e si rifugia in una casa al mare, dove la raggiunge il fratello del morto. Il solito Ozon: fa intravedere una storia intrigante, poi però lascia parzialmente delusi.…
Francois Ozon continua il suo percorso cinematografico molto prolifico, spaziando su temi e registri espositivo-narrativi assai differenti tra loro, finendo con lo spiazzare. Ciò rimane un aspetto molto positivo e questo film, pur non avendomi entusiasmato, possiede comunque delle qualità non indifferenti. Mousse (Isabelle Carrè) scopre di essere incinta proprio mentre viene a conoscenza…
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Commenti (2) vedi tutti
Il tema delicato della maternità, trattato con intelligenza e umanità da François Ozon, che, come altre volte, si interroga sul ruolo maschile e femminile, con una riflessione ricca di affettuosa partecipazione umana e culturale.
leggi la recensione completa di laulillaCon un’economia espressiva all’insegna della sottrazione che ha solo qualche piccolo cedimento, Ozon mette in scena una storia dolorosa che è anche una lucida analisi sulla evidente (e terribile) difficoltà di sopravvivere a una perdita e sulle differenti modalità che ognuno di noi ha e mette in atto per fronteggiare un siffatto, devastante evento
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792