Regia di Atom Egoyan vedi scheda film
Catherine è convinta che il marito David la tradisca. Decide perciò di assumere una prostituta di nome Chloe per andare a letto con lui e raccontarle tutti i particolari dei loro incontri, anche i più intimi. Non siamo in Francia, siamo in America, e dietro a Chloe non c’è Anne Fontaine, ma l’egiziano di origini armene e naturalizzato canadese Atom Egoyan. E Chloe (il tra seduzione e inganno è un’aggiunta della distribuzione italiana) remake (non) esplicitamente dichiarato di Nathalie, cresce inesorabile, raffinato e pungente collage di inquadrature che sembrano quadri. Diventa un triangolo ad alto tasso erotico, mai eccessivo, mai banale. Misurato e potente quanto i suoi interpreti, più di tutti Julianne Moore. Liam Neeson e Amanda Seyfried la amano al confine tra ossessione e follia. Lì nel mezzo si trova l’ironia erotica di Erin Cressida Wilson, alla cui penna si devono sceneggiature come quella di Secretary. C’erano Fanny Ardant e Gérard Depardieu davanti alla camera di Anne Fontaine, omaggio a Truffaut e alla coppia di La signora della porta accanto. La seduzione incontrollabile, la formula truffautiana del «né con te, né senza di te» dentro interni ultraborghesi, una dinamica di hitchockiana memoria. Chloe è un memorabile aggiornamento. Squisitamente intrigante e seduttivo.
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