Regia di Atom Egoyan vedi scheda film
Gli ultimi mesi sono stati generosi di ottimi prodotti cinematografici. Stanno uscendo tanti film: sicuramente troppi, col risultato che molti prodotti di qualità o comunque interessanti non trovano distribuzione adeguata ed escono in pochissime copie. Succede dunque che questo "Chloe" pur dotato di sicuro potenziale commerciale deve cedere il passo rispetto a prodotti ritenuti più autorevoli ed imponenti. E dire che è distribuito da un colosso come la Eagle. Questo dunque è un film destinato a passare inosservato, se ci richiamiamo alla famosa teoria manzoniana del vaso di coccio tra i vasi di ferro. Eppure è un film che presenta qualche aspetto curioso. Per esempio un trailer che viene proposto nelle sale con ritmo martellante da mesi e che, tutto sommato, si rivela piuttosto ingannevole. Si è parlato soprattutto di "thriller erotico", addirittura in parecchi hanno evocato una sorta di "Attrazione fatale" al femminile...Io parlerei di thriller psicologico, o di thriller dei sentimenti (la gelosia è un sentimento). Perchè c'è un equivoco a mio avviso da sfatare a proposito di questo film, e lo dico a beneficio di coloro (praticamente tutti) che ancora non lo hanno visto. Innanzitutto il nome del regista è una garanzia: l'armeno-canadese Atom Egoyan è cineasta stimatissimo con all'attivo numerose opere di acclarata qualità, da "Ararat" a "Exotica", dal "Viaggio di Felicia" a "Il dolce domani". Naturalmente, vedendolo alle prese con un thriller che si suppone "gastronomico" qualcuno ha subito parlato di "opera minore"; io direi piuttosto che è come se Egoyan con questo film si fosse voluto prendere una vacanza, realizzando un prodotto più che accettabile ma meno impegnativo dei precedenti. Fra l'altro io non potevo mancarne la visione, perchè il film sintetizza due elementi che fanno parte di un cinema che è nelle mie corde: 1) il thriller versante psycho-noir è un genere che amo a prescindere...2) mi piacciono le storie di coppie in cui uno dei partner è tormentato dal tarlo della gelosia...In questo film entrambi gli aspetti sono presenti in un buon amalgama sufficientemente intrigante da coinvolgere lo spettatore. Ora farò un passo indietro per una ulteriore considerazione. Prima affermavo che più d'uno ha citato "Attrazione fatale", chiamando in causa gelosie e torbide ossessioni. Io scarterei subito questo riferimento per una quantità di ragioni. Io voglio, anzi, qui affermare con forza che Egoyan non ha realizzato un'opera FURBETTA ma, al contrario, un thriller decisamente autoriale. Il tasso (e il tipo) di erotismo presente nell'opera nulla ha a che vedere con "Attrazione fatale". Quest'ultimo sì, che era un film FURBO (e qui so che rischio l'impopolarità) perchè rispondeva a logiche di spettacolo tipicamente hollywoodiane, le quali esigevano scene madri clamorose...ciò che, insomma, procurava al pubblico da multisala (si fa per dire, che ai tempi i multiplex manco esistevano, credo) quei "brividini" ampiamente calcolati dagli uffici marketing delle majors del cinema. Il film non è un blockbuster, benchè distribuito dalla potente Eagle, e in ogni caso vi si respira una benefica aria quasi da cinema indipendente, di vaghissimo sapore Sundance sotto certi aspetti, benchè l'ambientazione e lo sfondo siano quelli di una famiglia benestante. Un elemento che avvalora questa mia percezione da "cinema indipendente" è la scelta (dettaglio minimo ma significativo) di evocare a più riprese e quasi con enfasi il gruppo indie-rock dei "Raised by the swans". Insomma, per chiudere l'argomento, siamo lontani miglia dai luoghi comuni del thriller spettacolare di stampo hollywoodiano, quello che ha tutti e due gli occhi ben puntati sul box office: qui si percorrono altri territori, quelli di un thriller intelligente, sensibile, (si può dire "europeo"?). Quanto poi all'aggettivo che più ricorre nelle recensioni ("torbido") ad indicare l'intrigo erotico che domina la vicenda, beh, il termine è appropriato, ma solo se si tiene presente che qui a dirigere c'è un Autore sofisticato e di talento e dunque trattasi, sì, di categoria "thriller erotico" ma non certo banale come ci si potrebbe aspettare da uno sgangherato ed effettistico trailer. Anche perchè Egoyan è riuscito a coniugare i cedimenti e le debolezze erotiche della protagonista con il percorso umano mortificato di una donna in crisi, stanca e perplessa di fronte non solo al fantasma della gelosia ma anche rispetto ad un figlio che le è diventato straniero e distante. La differenza la fa dunque un regista come Egoyan, che per molti cinefili è anche un "intellettuale" del cinema, anche se in questo caso -come prima accennavo- pare evocare un minore impegno rispetto al suo consueto standard. Nei titoli di testa figurano un paio di nomi che agli amanti del buon cinema non possono certo sfuggire: Ivan e Jason Reitman, entrambi coinvolti nella produzione del film; e non credo proprio che questi due celeberrimi padre e figlio offrano il loro contributo produttivo ad un film qualunque. E veniamo al cast. Con una precisazione. Dei tre protagonisti ho opinioni molto diverse tra loro, nel senso che due su tre non è che siano esattamente tra i miei attori preferiti (anzi) ma, per quanto attiene allo specifico di QUESTO film, sono tutti in parte e perfettamente funzionali ai ruoli interpretati e al contesto della vicenda. Liam Neeson. A proposito, va detto (per la cronaca) che durante la lavorazione del film Neeson fu colpito dalla prematura scomparsa della moglie e dunque pare che l'atmosfera sul set fosse piuttosto mesta e che tutta la troupe gli sia stata molto vicina nel suo immenso dolore. Detto questo, Neeson è un attore col quale non ho mai avuto grossa sintonìa. Chiaro che non intendo in alcun modo sminuirne la bravura, solo che la sua tecnica di recitazione non ha quasi mai coinciso coi miei gusti personali. E poi...c'è una "stranezza" che non ho mai afferrato. Neeson passa per essere persona colta, intelligente e piuttosto "liberal" come orientamento. E allora qualcuno mi deve spiegare come mai abbia interpretato (da protagonista) quel "Io vi troverò" che è una delle opere più fasciste, reazionarie e rozze che i miei occhi di cinefilo abbiano mai visto. Amanda Seyfried. Detesto questa "ragazzina". Qui funziona, niente da dire, esattamente come funzionava in quella ciofeca di "Jennifer's body", forse perchè in entrambi i film interpreta più o meno lo stesso genere di femmina: la mignottella perversa e morbosetta. Quei suoi occhioni grandi quanto poco espressivi non gli consentono molto altro, per cui mi permetto di darle un consiglio, quello di studiare e di "crescere", anche perchè non è che potrà interpretare per sempre il ruolo della giovanissima mignotta. Ecco, se la signorina Amanda "sciacquetta" Seyfried vuole un modello per studiare da attrice, può trovarlo proprio in quella meraviglia di artista che è Julianne Moore. Donna piena di stile, fascino, eleganza, sensibilità, classe. Intendiamoci, la Moore ha interpreato nella sua lunga carriera anche qualche pellicola molto brutta. Ma anche nel contesto più mortificante, la sua classe si staglia senza equivoci e il suo volto, tra lentiggini e chioma fulva, emana sempre la stessa luce di seduzione. E' interessante notare il contrasto che nel film si sviluppa (sia come esigenza di sceneggiatura sia come effetto oggettivo) tra le due personalità della Seyfried e di Julianne Moore, contrasto che si estende poi alle differenze di due corpi femminili così diversi. Il corpo della Moore per quanto sensuale, è imperfetto ...dai polpacci un pò grossi a quella esplosione di lentiggini che ricoprono ogni centimetro del suo corpo (come si evince dalle "generose" immagini del film). Al contrario, la Seyfried (che nel film non fa altro che spogliarsi) ha dalla sua l'esibita sfrontatezza del corpo liscio e vellutato di una adolescente, praticamente perfetto. Ma il corpo non è tutto, e sarebbe troppo facile se la sensualità corrispondesse solo ad un bel paio di tette. E infatti il fascino della Moore è di ben altra caratura rispetto a quello della sua giovane collega. La vicenda raccontata nel film è presto detta. Una affermata ginecologa è sposata ad un professore a formare, col giovane figlio, una famiglia benestante. Tra i due, con l'età sembra subentrare una certa stanchezza (come poi succede sia al cinema quanto nella vita reale). Ma le cose precipitano quando nella loro esistenza entra una misteriosa ragazza che irrompe in quel tra-tran portando elementi di trasgressione e di sensuale perversione che spianeranno la strada verso la follìa di una gelosia ossessiva. Sulla carta c'erano tutti gli elementi per costruirci sopra uno di quei drammoni pulp da blockbuster che tanto eccitano gli addetti al marketing di Hollywood. E invece la presenza alla regìa di un cineasta sensibile come Egoyan ha fatto sì che perfino le atmosfere morbose implichino un lato "patinato" accettabile e non invadente, sfrondato da facili "strizzate d'cchio" allo spettatore. Il film non è certo esente da difetti, e non è esattamente di quelli memorabili. Tuttavia, al di là della categoria e del genere, esso ci racconta una storia non banale, quella del dilagare in una donna del tarlo di un sospetto, il quale può alterare gli equilibri psicofisici di qualsiasi persona comune, se spinto a livelli estremi. Concludendo. Puro intrattenimento, però d'Autore. Non indimenticabile, però interessante.
Voto: 8
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta