Regia di Roberto Bianchi Montero vedi scheda film
L'unica cosa sorprendente di questa banale commediaccia erotica (uscita anche per le sale hard in una versione ampliata con scene pornografiche girate e montate ad hoc) è l'età del regista: Roberto Bianchi Montero, attivo fin dagli anni '30, ha infatti settant'anni tondi tondi. E ancora non si vergogna di licenziare lavoracci di questa risma, una pellicola scadente da ogni punto di vista e irrimediabilmente condannata già dalla firma (accanto a quella del regista) sulla sceneggiatura: Piero Regnoli, scrittore disastroso dei più disastrosi Z-movie italiani dell'epoca. A testimoniare lo scarso budget a disposizione di Bianchi Montero, ecco scenografie cartonate dell'antica Roma, musiche scialbe (di Carlo Savina, non l'ultimo arrivato, ma evidentemente - difficile biasimarlo - non molto coinvolto dalla bassa qualità del prodotto) e un cast in cui gli unici due nomi di qualche rilievo sono quelli di Silvio Noto (ex presentatore Rai 'decaduto' nelle simpatie delle dirigenze qualche anno prima e defenestrato senza mezzi termini dalla televisione di Stato) e del caratterista Gastone Pescucci. In sostanza: recitazione canina. Qualche intenzione di autoironia c'è e va pertanto elogiata: colpisce su tutte una scena in cui Caligola osserva delle danzatrici discinte, davanti a lui, attraverso speciali occhiali a forma di buco della serratura, palese caricatura del genere cui il film stesso apparteneva, cioè della commedia erotica. Fra battutacce spinte e luoghi comuni sessisti (maschilisti e omofobici: a ripetizione, ma d'altronde erano altri tempi), Le calde notti di Caligola offre un'ora e mezza di trash, se non fra i migliori, quantomeno arreso alla sua (nulla) consistenza. 2/10.
L'imperatore Caligola è impotente e lo scopre proprio nel momento peggiore, cioè nel giorno dedicato al dio della fertilità, il megadotato Priapo. A nulla possono gli sforzi delle più procaci ancelle e di uno specialista, un medico tedesco che si rivela un ciarlatano, che tenta ogni terapia su Caligola.
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