Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Anna ce ne sono tante: casa lavoro fidanzato famiglia amiche. Tutto normale finché non incontra il cameriere calabromilanese Domenico, sposato con due bimbe, ed è passione carnale a prima vista. Però come è difficile fare l’amore a Milano, quando la frenesia degli altri ti interrompe, quando non hai i soldi per poterti permettere una relazione adulterina, quando non hai i soldi punto e basta. Si potrebbe pure essere severi con il nuovo film di Silvio Soldini, perché l’erotismo non è propriamente nelle sue corde, e gli manca sempre quella botta di entusiasmo che faccia decollare una storia d’amore non così originale. Il finale, poi, con la digressione nel bagno all’aeroporto e la fuga attesa, risulta un tantino didascalico. Ma come dice a un certo punto la maestra di disegno, i dettagli si lasciano per ultimi, perché più importanti del resto. E allora: non ci sono registi bravi come Soldini a raccontare Milano, dal centro alla periferia, dai portoni ai parcheggi, dalle scale dei palazzi agli incredibili motel fuori porta che funzionano come il McDrive, fast sex al posto del fast food. La luce, non c’è dubbio, è quella della città autentica, gli uomini e le donne pure. Un contesto dove persino i sentimenti sono questione di budget. In questo, il film ha una certa assonanza con A casa nostra di Francesca Comencini (Giuseppe Battiston, presente in entrambi, condivide il paragone), anche se allora il denaro era soprattutto in eccesso e per questo “drogava” le persone. Qui è invece in difetto, e costringe la gente ai salti mortali per arrivare a fine mese. Le cronache dei poveri amanti sono raccontate a fior di pelle da ottimi attori, dal mimetico Favino alla inaspettatamente sensuale Alba Rohrwacher. Ma battono in levare anche gli altri, dai traditi Battiston e Teresa Saponangelo al padre di quest’ultima, Sergio Solli, protagonista della scena più bella. Alle sei del mattino, in un posteggio, anticipa il genero fedifrago con accento partenopeo: «Non devi spiegare nulla, ci siamo già passati tutti...».
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