Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Soldini ha la capacità di saper raccontare la vita della gente comune: non è colpa sua se la vita della gente comune, almeno nell’Italia d’oggi, è così poco interessante. Solito lavoro, soliti svaghi, solite corna, solita infelicità: tutto come ai tempi dell’inarrivabile L’aria serena dell’ovest, quando però aveva un senso occuparsene, inserendo la vicenda in quel momento storico; ora è come se quei personaggi si fossero fissati per sempre nella loro condizione di catatonia sentimentale. Dispiace dirlo, ma il film dà l’impressione di essere una semplice dilatazione narrativa della sottotrama del tradimento fra la Buy e Sassanelli in Giorni e nuvole, senza approfondimento psicologico (all’inizio nulla ci viene detto o mostrato sull’insoddisfazione di Anna, sui motivi che la spingono ad andare a letto col primo venuto) ma con l’aggiunta di vari tira e molla per prolungare la durata oltre le due ore. È un film che nella sua evanescenza può essere rappresentativo di un’epoca in cui non si sa cosa volere di più, anche se si sente che qualcosa manca; ma non credo che verrà ricordato.
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