Regia di Vittorio Moroni vedi scheda film
Dopo aver diretto due film sul tema della marginalità, lo sguardo di Vittorio Moroni, cineasta indipendente e coraggioso, si ferma a scrutare tre storie milanesi di "amore estremo".
Erika è una vecchia megera piena di quattrini, avvezza al turismo sessuale, che in Senegal ha trovato un 35enne prestante disposto a sposarsela e a portarsela a letto. Ma lei parla di "questi africani" con irritante disprezzo e accenti di esecrabile razzismo; al contempo dà alle stampe un libro di memorie sui "principi azzurri", un florilegio dei poveracci che per bisogno sono passati sotto le sue grinfie.
Deborah è un'attricetta porno che sta con Filippo, dal quale ha avuto un figlio. Lui, che vive di espedienti e non sembra avere tutti i venerdì in ordine, è venuto a conoscenza dell'origine dei guadagni di Deborah dagli amori "cinque dita e un dvd" che gli hanno raccontato gli amici.
Infine c'è Veronica, crocerossina di origini emiliane, che a Lourdes ha avuto un colpo di fulmine per un uomo affetto da distrofia muscolare. Siccome il carico di lavoro che quest'ultimo le generava non era sufficiente, Veronica ha pensato bene di farci insieme due figli.
Impossibile non ammettere che, data la balordaggine delle tre vicende raccontate, il film non solletichi qualche prurito voyeuristico. Sfugge comunque il senso dell'operazione, che sembra voler essere un modo "altro" di raccontare le storie d'amore (siamo sulle tracce del coevo L'amore e basta, di Stefano Consiglio) con uno sguardo pulito e discreto, mai morboso, eppure involontariamente grottesco per via del parassismo delle tre storie narrate, al punto da sollevare il dubbio che la ricerca dell'effetto sia programmatica.
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