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Leslie, My Name Is Evil

Regia di Reginald Harkema vedi scheda film

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La recensione su Leslie, My Name Is Evil

di superficie 213
6 stelle

La storia di Manson e dei suoi adepti ha dell'incredibile e nonostante siano passati piu' di quarant'anni dalla sua cattura il fascino morboso che il suddetto pazzoide emana sulle masse e' sempre forte.
Famoso "mediaticamente" per aver fatto ammazzare Sharon Tate ( moglie di Polanski ed incinta del regista quando fu trucidata ) , Manson era un hippy predicatore quando nella meta' degli anni ' 60 fondo ' la sua "compagnia" formata da giovani ragazzi (ma soprattutto ragazze ) della borghesia americana dediti all'uso smodato di acidi e seguaci di un capo che predicava la violenza verso i diversi e  verso chiunque il "nuovo cristo" consideravo come un "porco".
Questo piccolo film indipendente decide di soffermasi sulla storia di  una delle ragazze piu' vicine a Manson , la Leslie del titolo .
Regista del film e'  Reginal Harkema - che si era fatto notare al Sundance nel 2006 con Monkey Warfare - che mette in scena con buona mano ma senza particolari guizzi una sceneggiatura  da lui scritta che prova a soffermarsi sull'aspetto del processo a Manson ed alle "sue" ragazze senza pero' dimenticarsi di cio' che a loro ruotava attorno.
Interessante poi aver portato in parallelo fino a meta' film sia la storia di Leslie che quella del giovane repubblicano iper-conservatore - di famiglia piu' che di persona.. - Perry costretto in una storia d'amore casta ed in una situazione familiare con un padre fascista iperprotettivo , che si trova a far parte della giuria popolare che dovra' decidere delle sorti della "Manson Family" ed in special modo dell'affascinante Leslie, che lo costringera' ad avere pensieri che finora erano sopiti nella sua testa.
Nonostante qualche passaggio a vuoto  nella parte centrale il film si snoda discretamente attarverso una critica all'America forcaiola e guerrafondaia dei ' 60 - che vive di riflesso in quella di oggi  - che lascia morire migliaia di giovani in Vietnam in nome di una democrazia che tale non e' e che si scandalizza per l'avvento di questo "anticristo" - che pero' si proclamava il contrario...anche se stavolta la sua missione sarebbe stata quella di ripulire il mondo dalla feccia  - che e' solo il prodotto di quella stessa societa' bigotta e perversa nelle radici che sforna solo combattenti sacrificabili senza nessuna vera morale se non quella del denaro e della patria.
I dubbi "morali" di Perry si sciolgono in un finale ben studiato ed alla fine Harkema riesce a  portare a casa un film decoroso , che non annoia e che descrive senza particolari effettacci la serie di omicidi che hanno di fatto decretato la fine dell'era dell'amore.
Interessante e da noi uscito solo per l'home video.

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