Regia di Ernst Lubitsch vedi scheda film
E' proprio una commedia sofisticata, con dialoghi arguti e doppi sensi, condotta con grande precisione dal maestro del genere Lubitsch. Le risate scaturiscono da gag sottili come la foglia d'oro, da allusioni, dall'ironia, e dal non detto. Il lavoro sui dialoghi è tanto più notevole se si pensa che siamo agli albori del sonoro. Scherzando, il regista riesce a mettere alla berlina certe manie e vanità dei ricchi o certe costumanze dei consigli di amministrazioni delle megaditte. I personaggi, però, sono lontani da ogni schema ideologico, ancor meno se negativo. Anzi, la ricchissima dama ha una sua carica di umanità, e alla fine quasi ci si commuove per lei. Pur essendo una commedia a tutti gli effetti, il finale non è di quelli tipici della screwball comedy. Non si ha cioè quella risata liberatoria e spensierata, quel buon umore incontrastato. In fin dei conti i due personaggi si sono innamorati sul serio, al di là dei progetti e delle aspettative, e pure del loro ceto sociale. In altre parole rimane in bocca una punta di amarezza, che forse però rispecchia quanto accade spesso nella realtà. Per vivere certe relazioni non convenzionali, ma sane, ci vuole del coraggio che non tutti hanno.
In ogni caso si tratta di un ottimo esempio di cosa sia una commedia sofisticata, e di quanto sia lontana dalla commedia grossolana (in cui spesso ci imbattiamo oggi). Attori al loro meglio, compreso l'emrgente Edward Everett Horton, che sarebbe stato presenza quasi d'obbligo in molte commedie anni '30.
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