Regia di Ernst Lubitsch vedi scheda film
Una delle commedie più note ed elogiate di Lubitsch, maestro nel genere. In effetti i punti forti del suo cinema - leggero, ma ricco di contenuti, effervescente nei dialoghi, punteggiato di caratteri ben definiti - ci sono tutti e risaltano in particolare gli scambi di battute rapidi e ficcanti, notevoli soprattutto per una sceneggiatura scritta a ridosso della diffusione del sonoro nel cinema. Sul copione originale, una commedia dell'ungherese Aladar Laszlo, ci si sono messi in due: Samson Raphaelson e Grover Jones; a conferire il giusto tono e relativo ritmo giungono le musiche briose di W. Franke Harling. Il titolo originale, Trouble in paradise, aiuta a comprendere meglio il significato della pellicola, una storia non tanto d'amore ma sull'amore, nella quale i sentimenti percorrono traiettorie sbilenche (complice anche il camuffamento, il gioco delle identità messo in piedi da Lily e Gaston) e nessuno dei personaggi della trama finisce per ottenere ciò che vorrebbe. Il 'paradiso' della classe agiata o, in senso più lato, quello degli innamorati è comunque un posto pieno di insidie e problemi. Buoni gli interpreti, così come il lavoro dinamico di Lubitsch in fase di regia; nello stesso anno il regista di origine tedesca, va ricordato, girava altri tre film. 6/10.
Lily e Gaston, coppia - anche nella vita - di ladruncoli, riescono a introdursi in un'abitazione aristocratica come domestici. Quando la padrona di casa confessa la sua attrazione per Gaston, il gioco rischia di rompersi...
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