Regia di Fred Durst vedi scheda film
Scambio equo e solidale. Tu fai riscoprire l’igiene personale a tuo zio, vecchia gloria del football americano, lui ricambierà insegnandoti a ruttare e facendoti diventare la prima donna quarterback a giocare un Pop Warner Superbowl (finalissima scolastica nazionale Usa). Con una squadra degna di Le riserve, il rapper Ice Cube, coproduttore del film, è un gigante buono e burbero che da outsider si trasforma prima in un talent scout che trova nella nipotina undicenne un asso dei passaggi lunghi del titolo, poi in un coach alla Gene Hackman. Il film ha un’ottima protagonista, Keke Palmer, sorriso e broncio irresistibili, Ice non è ai suoi livelli migliori (quelli di Three Kings, per intenderci) ma è abbastanza sornione per empatizzare con gli spettatori che nelle parabole epico-sportive ci cascano sempre. Quelli che credono alla possibilità di vincere contro tutto e tutti perché la palla è rotonda, pardon ovale, e poi si accontentano di partecipare con onore. Ecco perché Fred Durst, regista e musicista, dopo il college movie discontinuo d’esordio (The Education of Charlie Banks), qui fa il suo, in un racconto spudoratamente convenzionale e funzionale alla storia vera di Jasmine Plummer. Perché chi dà il massimo, dice uno spot, vince comunque.
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