Regia di Ruben Fleischer vedi scheda film
Ritorno ad Adventureland, solo che sono tutti (non) morti. Una perla derivativa da noi passata pressoché inosservata a causa della solita ed incomprensibile mancata distribuzione in sala. Un esordio di genere con i controfiocchi che guarda all' Edgar Wright de "L'alba dei morti dementi" ma senza dimenticare la lezione di Romero e del suo horror mai fine a sé stesso. "Benvenuti a Zombieland" di Ruben Fleischer parte in quarta come la solita pellicola d'ambientazione post-apocalittica ma si gioca subito un asso mica da ridere schierando un protagonista/narratore sui generis che conquista da subito. Un antieroe nerd tutto regole e fobie con le fattezze di un Jesse Eisenberg oramai lanciato verso la carica ad honorem di vera e propria icona generazionale. Cintura di sicurezza sempre allacciata e sindrome da colon irritabile in agguato, il giovane s'imbarca in una sorta di coast to coast nel tentativo di tornare a casa. Sul suo cammino, oltre ai famelici e mai troppo astuti zombie che infestano gli States, il sopravvissuto avrà modo d'incontrare e di unirsi ad alcuni suoi simili altrettanto eccentrici come l'implacabile sterminatore di cadaveri Woody Harrelson - cappello da cowboy sempre in testa ed un debole per merendine e devastazione - o le imprevedibili sorelle dalla truffa facile Emma Stone (mamma mia cos'è 'sta ragazza) ed Abigail Breslin (piccole "miss sunshine" iniziano a crescere). Il loro è uno spassosissimo carrozzone on the road tutto ironia, pallottole e citazioni cinematografiche che non risparmiano nessuno, tantomeno il geniale e folgorante cameo di Bill Murray in panni autobiografici. Un film decisamente godibile nonostante qualche ingenuità in fase di scrittura ed una moralina familiare piuttosto prevedibile ma ben girato e recitato alla grande da un cast centratissimo ed in stato di grazia. Fleischer, dalla sua, stupisce per sicurezza e disinvoltura nel gestire una storia tutto sommato già vista lasciando un'impronta personale e contaminando il materiale narrativo d'innesti da manuale per la sopravvivenza, di classifiche (lo zombie secco del mese), di flashback e di cambi di registro tutti più o meno riusciti, compreso quello da teen rom-com il che è tutto dire. Senza contare poi il fatto che, una volta tanto, rallenty e voce narrante non sono usati a sproposito, il make-up è di buon livello e non si lesina in sangue ed effetti splatter. Insomma, tutto al posto ed al momento giusto inclusa una colonna sonora da urlo che fulmina dall'incipit sulle note di For whom the bell tolls dei Metallica per chiudersi alla grande sulla geniale Salute your solution firmata Jack White e Raconteurs, passando per Band of Horses, Van Halen, Velvet Underground, Black Keys e gli immancabili Blue Öyster Cult.
Quest'ultimi, nel '76, cantavano Don't fear the reaper. A Zombieland non si teme più nulla, tutt'al più gli si spara dritto in faccia. Due volte.
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