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Benvenuti a Zombieland

Regia di Ruben Fleischer vedi scheda film

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La recensione su Benvenuti a Zombieland

di pazuzu
6 stelle

Zombieland è la risposta statunitense all'inglese Shaun of the dead. Trattasi, in questo caso come nell'altro, di una godibile commedia a tema zombi, ultraleggera e demenziale al punto giusto. Niente per cui spellarsi le mani, sia chiaro, ma in grado di raggiungere senza eccessivi sforzi lo scopo che si è prefissata: far ridere.

Il canovaccio è piuttosto scontato: in un mondo ormai popolato quasi esclusivamente da zombi un quartetto curiosamente assortito cerca di non farsi ammazzare. Columbus (Jesse Eisenberg), protagonista principale e voce narrante, è un nerd insicuro, fobico e asociale sopravvissuto all'ecatombe per un semplice motivo: da sempre diffidente verso il prossimo, trova nella fuga la sua dimensione, anche quindi in quella dagli zombi, per salvarsi dai quali ha elaborato una lunga lista di regole da seguire rigidamente; Tallahassee (Woody Harrelson) è un uomo tutto d'un pezzo, un duro con una sola debolezza: va matto per i twinkies (dei particolari plumcake molto diffusi negli Stati Uniti); Wichita (Emma Stone) e Little Rock (Abigail Breslin, la ragazzina di Little Miss Sunshine) sono due sorelle che vivono di raggiri: si presentano ai due derubandoli della Cadillac, poi le loro strade si incontreranno di nuovo.

È la semplicità il segreto del successo di Zombieland, ma anche il suo limite: i personaggi sono delineati in maniera rapida ed efficace, quindi senza particolari approfondimenti, perché il contesto non li richiede. Richiede piuttosto dialoghi godibili e battute frizzanti, e il regista non fa mancare né gli uni né le altre: ha mano sicura, viaggia a ritmo spedito, e non tralascia alcuni didascalismi di facile effetto, come il frequente ricorso a colorati titoli animati, o l'utilizzo del ralenty per sottolineare l'aspetto grottesco di alcune immagini. Aggiungendo a ciò azione a volontà, una (sin troppo) discreta dose di splatter, e una spruzzatina di romanticismo, ottiene un agile mix di road movie, teen comedy e horror che concentra l'attenzione su uno sviluppo convenzionale dei rapporti tra i protagonisti, e in cui gli zombi, centometristi e svuotati di ogni sottotesto politico o sociale, sono quanto di più lontano dal prototipo romeriano.
Nessuna aspirazione di analisi sociologica, dunque, piuttosto una (comprensibile) leggerezza programmatica e strutturale che, tuttavia, unita alla prevedibilità degli avvenimenti e alla sostanziale mancanza di scene genuinamente spaventose, realmente memorabili o almeno originali, impedisce al film di ambire ad essere qualcosa di più che l'oggetto di una serata di sano divertimento: tutto indubbiamente piacevole e programmato per incontrare i favori del grande pubblico, ma nulla che appaia destinato a superare gli 85 minuti di durata della pellicola, tranne, forse, l'impagabile cameo di Bill Murray, autoironico protagonista della scena più riuscita.

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