Regia di Jason Reitman vedi scheda film
Ryan guarda la carta di credito platinum che ha appena otenuto dopo aver volato per dieci milioni di miglia con la stessa compagnia aerea.Ha raggiunto l'obiettivo che si era prefissato in anni di viaggi continui e ora si sente un pò vuoto come spesso succede quando hai ottenuto qualcosa a costo di duro lavoro.Un attimo di intensa soddisfazione e poi la sensazione di vuoto che da dentro ti assale.Ne sono state fatte solo 7 e il comandante dell'aereo che gliela ha consegnata gli dice che lui è nettamente il più giovane tra quelli che l'hanno ricevuta.Bella consolazione.Un pò magra però.Se la rigira tra le mani,ne guarda il sinistro luccicare e tutto ad un tratto si accorge di che fallimento è stata la sua vita.Un vita passata tra le nuvole totalmente senza radici(la sorella gli ha detto chiaramente che per la famiglia lui non è mai esistito),senza affetti,senza relazioni sociali.Solo corridoi sempre uguali a se stessi e stanze d'albergo che alla fine si assomigliano un pò tutte,sempre aeroporti che gira che ti rigira sembrano fatti tutti dallo stesso architetto.Il tempo passato alla ricerca dell'ottimizzazione del viaggio,in assenza d'altro.Arrivato alla mezza età però Ryan comincia a percepire quacosa che non va:sarà per la giovanotta rampante con le sue nuove idee che gli hanno affiancato nel suo ingrato lavoro(il licenziatore su commissione,una sorta di sicario che uccide posti di lavoro),sarà la conoscenza di una donna in cui lui sembra specchiarsi:stesso modo di vestire declinato all'altro sesso,stesso modo di prendere i viaggi,stesso modo di (non) relazionarsi alle altre persone.E si piacciono.A tal punto che Ryan forse decide che non è il caso più di stare sempre per ogni dove disperso da qualche parte tra le nuvole.Il film di Reitman affronta di petto temi com il precariato lavorativo che si riflette in quello sentimentale,lo sradicamento affettivo e la solitudine di petto,senza inutili sofismi ma senza essere greve o tranchant come di solito succede nei film americani che spesso scelgono di non stare troppo a indugiare su temi complessi come quelli trattati in questa pellicola.Il suo continua a essere cinema indipendente per spirito e tematiche ma vestito con l'abito buono fornito dalla major(del resto papà Ivan che produce a qualcosa servirà,no?).La sua cinepresa si pone alla stessa altezza del suo protagonista,quasi mettendoci paura perchè quanto può essere orribile una vita totalmente anaffettiva come quella che vive Ryan ?In cui tutto è surrogato,anche il sentimento che sembra di provare verso il suo corispondente al femminile.Ryan si accorge di esse solo,sradicato,un involucro con nulla dentro e comincia a soffrirne.Sta tutto qui il nucleo pulsante del film che poi sceglie (in controtendenza) di non avvalersi di un ossigenante lieto fine.Del resto lassù di ossigeno ce n'è veramente ben poco.Ryan con la sua trolley,col suo zaino vuoto e leggero per il check in,con le sue tessere pronte per ogni occasione si ritrova nei suoi non luoghi da sempre frequentati.Forse avrà un'altra occasione.Non chiudiamola così con tristezza....
regia di grande finezza
una prova decisamente all'altezza
bellissima e brava
perfetta nella parte affidata
parte secondaria
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