Regia di Jason Reitman vedi scheda film
Sentirsi dire che il proprio posto di lavoro verrà meno è una delle situazioni meno felici in cui una persona può ritrovarsi nel corso della propria vita, figuriamoci in un momento drammatico come questo, segnato da una crisi economica epocale: il protagonista di "Tra le nuvole", Ryan Bingham, fa un lavoro anomalo, viene "noleggiato" dai manager delle grandi aziende per evitare loro la poco simpatica pratica di licenziare i dipendenti, e vive appunto tra una tratta aerea e l'altra, impartendo lezioni di pratico cinismo ai propri "discepoli" e vantandosi di concentrare tutto ciò che serve nella propria valigetta, compagna di viaggio insostuibile. Al terzo film, Jason Reitman realizza quello che per ora è il suo migliore, dando una chiarissima lettura dei tempi che viviamo, rendendo con eleganza ma soprattutto con incisività ( ed una sceneggiatura di alto livello che sfodera battute con sapiente destrezza) sia l'immaturità sentimentale dell'epoca, la tendenza al cinismo e quanto vuoto possa esserci dietro anche ad una facciata di successo, o "smart" come si tende a dire oggi. Clooney dà una prova in cui riveste di amarezza un personaggio carismatico, negativo eppure non privo del fattore umano, e Vera Farmiga, oltre che confermarsi una vera bellezza, imprime nel proprio personaggio un risvolto imprevedibile da interprete di vaglia: e in questa commedia agra, tra le migliori degli ultimi dieci anni, proprio quando il racconto sembrerebbe indirizzarsi ad un finale edificante, ecco la frenata che riporta con i piedi per terra ed aumenta ulteriormente lo spessore del film, che ha il buon gusto di evitare una conclusione in cui ogni cosa si risolva. Sano sarcasmo e ricerca di un senso delle cose si amalgamano sapidamente, mentre-azzardo? ma sì, se ne dicono tante...- il modo di fare cinema e commedie adulte del giovane Reitman potrebbe fare del figlio del regista di "Ghostbusters" un naturale erede di Billy Wylder. Forse esagero, ma non più di tanto.
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